Cronaca

In un mondo tinto di rosso la violenza degli uomini rimane soprattutto un problema culturale


Il 25 novembre è una ricorrenza  importante contro la violenza sulle donne  sul piano internazionale ma, a voler mettere un focus su tempi e  luoghi della terra,   lo scenario di brutalità nel presente è spaventoso.

Leggiamo infatti terrificanti cronache dal Cile,  i soldati inviati dal governo di Pinera stuprano ed uccidono quotidianamente le giovani donne  che scendono in piazza a manifestare in favore di stato sociale e tutele: è di ieri la notizia del ritrovamento, nel suo appartamento, del cadavere di Albertina Martinez Burgos, fotografa ed assistente televisiva della Megavision,  uccisa a pugnalate dopo essere stata percossa. Prima di lei l’artista di strada Daniela Carrasco,  impiccata alla periferia di Santiago dopo  stupro e torture e, mentre Amnesty International pubblica 70 denunce contro  pubblici ufficiali accusati di abusi e violenze, qui ci poniamo una lecita domanda: come mai non interviene l’America dei diritti umani e della democrazia,   l’America  il cui simbolo è la statua della libertà,  l’America storico rifugio di coloro che amano la libera espressione del pensiero, dove sono finiti i paladini di un sistema che ha sempre fatto urlare le voci femminili?

Accade in occidente, mentre  il mese scorso, dall'altra parte del pianeta le donne curde scrivevano una lettera  intitolata:”A tutte le donne e ai popoli del mondo che amano la libertà”,  per raccontare la guerra e le violenze subite da parte dei soldati  di Erdogan, soprattutto sottoscrivere richieste di pace fra i popoli … è giusto anche ricordare che da quelle parti le carceri sono piene di donne assurdamente condannate per disobbedienza ad un marito imposto dalla famiglia di origine, o ancora solo per aver manifestato il proprio dissenso contro i governi  attraverso i social.

Nel mediterraneo, nei campi profughi della Libia, la donna è solo merce  e  deve pagare un prezzo altissimo con torture, violenze, stupri, persino mentre porta in grembo un figlio, è condannata a restare per anni all’ interno di questi lagher dell’orrore, dal ricordo dei quali, anche dopo essere giunta  in Europa col barcone della morte, sarà difficilissimo liberarsene. Queste donne, insieme ai loro figli, sono devastate psicologicamente per il resto della vita.

Anche in Italia i dati non sono  di certo confortanti: ogni 72 ore viene uccisa una donna da una persona di sua conoscenza e la maggior parte degli omicidi avviene fra le mura domestiche.

La violenza di genere è anche una pesante pressione psicologica

La violenza di genere, per essere definita tale, non deve necessariamente sfociare nelle lesioni fisiche o nel femminicidio, può  manifestarsi anche in  forme di vessazione psicologica, mi riferisco ai maltrattamenti  attraverso la violenza verbale, allo stalking   diretto e indiretto, al revenge porn che diffonde contenuti intimi sui social per vendetta e ricatto sul partner, così come l’eccessiva gelosia, l’aggressività unita alle subdole intimidazioni, il mobbing e la discriminazione nei posti di lavoro, e ancora i commenti che offendono, la mancanza di rispetto nei confronti del “sesso debole”, il volgare gallismo.

Il problema culturale e il codice rosso

La psicologia in questi casi è chiamata all'appello. Significa che i figli hanno interiorizzato il modello dei padri e, se quest’ultimi sono stati violenti nei confronti della madri o di elementi femminili ,  il comportamento genitoriale inciderà in maniera rilevante sulla formazione degli individui, soprattutto laddove le famiglie hanno avuto scarse possibilità di confrontarsi con il cambiamento dei costumi, di aprirsi alle novità culturali, compresa la moderna accettazione dei ruoli all’ interno della coppia e nella società.

Interviene così il Codice Rosso, un Ddl approvato dal Senato il 19 luglio scorso che ha ottenuto l’ok quasi pieno dal Parlamento, si tratta di un provvedimento che tutela le donne vittime di violenza domestica e di genere attuato con poche basilari riforme, fra le quali, la più importante,  quella che obbliga i PM ad ascoltare le vittime entro tre giorni dalla querela, al fine di accelerare le indagini.

Le norme del Codice Rosso inoltre concedono 12 e non più 6 mesi per la denuncia, viene aumentata la pena di reclusione per i maltrattamenti in famiglia a seconda se questi avvengono in presenza di un minore o di un disabile e se vengono usate  le armi, pene aumentate anche per il reato di stalking e revenge porn, pene aggravate per le violenze sessuali.

 

Autore ROSSELLA GRASSO
Categoria Cronaca
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