Continua lo spettacolo dei "separati in casa" di Azione e Italia Viva. Da una parte è Calenda che rimbalza in tv da un programma all'altro per spiegare per conto di Azione quanto sia infido e inaffidabile Matteo Renzi, mentre dall'altra il senatore di Rignano, definito dall'ex alleato il nuovo Buddha per l'annunciata fase zen, ha incaricato del compito i suoi "scudieri".

Ecco quanto detto oggi da Calenda per giustificare il fallimento del terzo polo a "Oggi è un altro giorno" su Rai 1:

"Ho detto a Renzi che avevamo fatto una promessa agli elettori e che se diceva di no al partito insieme allora lo doveva dire pubblicamente, invece sono cominciati una serie di attacchi e insulti scombinati. Mi dispiace, posso dire agli elettori che ce l’ho messa tutta.  ...I gruppi parlamentari di Italia Viva e Azione resteranno uniti, certo. Anche i ragazzi che lavorano insieme sul territorio andranno avanti, semplicemente non si può fare un passo avanti perché il segretario di Italia Viva non lo vuole fare.  Alle europee ci saranno due partiti che andranno separati.  ...Italia Viva era d’accordo su tutto, tranne che su due punti? Uno dei due era che rimaneva vivo l’altro partito. Ma come è possibile? Da due partiti ne nascono tre? Così nessuno ci capisce più niente.  ...Cambiare idea? Renzi di me ha detto che sono matto, squilibrato, che devo prendere le pillole. Sono abituato alle intemperanze, ma penso che un lavoro insieme presuppone un rispetto reciproco. Io ho sempre posto molte questioni politiche e non ho mai usato insulti personali, sono stato educato così.  ...Ho lavorato giorno e notte, con serietà e sul merito delle questioni. Mentre facevo questo Renzi era alle Bahamas, alle Bermuda, in Arabia Saudita. Va bene, fatti tuoi. Ma se quando torni dici fermi tutti, allora c’è un problema. È un problema politico e di fiducia, non caratteriale".

E adesso veniamo alle dichiarazioni degli scudieri renziani.

Raffaella Paita a Libero: "La Leopolda è un grande evento di partecipazione politica di cui non si può avere timore. Le spese erano divise al 50%. I congressi nel territorio sono un dovere se vogliamo un partito dall’impronta democratica, forte e radicato. Non si sfascia tutto per questo. Io non ho capito perché Calenda ha voluto quest’esito ma non mi stanco di chiedergli di rifletterci ancora e di riprendere il dialogo".Davide Faraone a il Giornale: "Calenda ha preso una decisione fuori da ogni logica politica. Due milioni di italiani che alle politiche ci hanno votato, che hanno creduto in noi, gridano vendetta, e io con loro. Ma come si fa a far saltare per aria un progetto politico così ambizioso per le piccinerie che ci ha raccontato?"Maria Elena Boschi a Porta a Porta: "Quello che è successo nei giorni scorsi, con la scelta di Calenda di porre fine al progetto del Terzo Polo, per molti è incomprensibile. Per questo vogliamo fare chiarezza e spiegare una volta per tutte come sono andate davvero le cose. Cos'è successo davvero fra Italia Viva e Azione? Il progetto del partito unico del Terzo Polo è fallito perchè così ha deciso Calenda. Noi ci abbiamo creduto fino alla fine, abbiamo provato a insistere, nonostante tutto. Adesso ci rimbocchiamo le maniche e ripartiamo da Italia Viva, portando avanti il nostro lavoro con lo stesso impegno di sempre".Elena Bonetti via social: "Ho atteso qualche ora prima di scrivere quello che penso e che provo. Ieri è uscita una mia intervista a La Stampa, in cui dicevo quale fosse per me l’obiettivo da perseguire. La rottura che è però arrivata nelle ore successive tra Azione e Italia Viva merita adesso un aggiornamento, che sento di dovere in primo luogo a chi mi ha votata per realizzare il progetto politico che abbiamo promesso in campagna elettorale.La rottura di ieri è un fallimento che noi, come classe dirigente dei due partiti, dobbiamo tutti riconoscere e di cui tutti dobbiamo assumerci la responsabilità. Io lo faccio anche in prima persona in quanto, avendo svolto il ruolo di vicepresidente nella Federazione per rappresentare Italia Viva, mi sento parte protagonista di questo fallimento.Per prima cosa, quindi, chiedo scusa ai nostri elettori.Non abbiamo mantenuto l’impegno che ci eravamo assunti, non solo verso gli iscritti dei due partiti, ma anche verso chi guardava con interesse al progetto politico di una nuova comunità riformista, capace prima di tutto di mediare, come sanno fare i riformisti. E poi di cambiare lo schema del bipolarismo e farlo con un incontro proficuo delle diverse tradizioni liberale e popolare, che da questa ricchezza di tradizioni traesse la capacità di animare un progetto culturale nuovo.Male, malissimo quindi la prima. Questo non può però diventare un alibi per non vedere che rimane urgente la necessità di questo progetto, perché urgente è rappresentare quei cittadini che non si riconoscono nei due estremi dell’arco parlamentare. I cittadini, ridotti a spettatori attoniti di uno desolante show sui social.Il tema è come fare. Innanzitutto non fermandoci ad imputare le colpe di quanto è accaduto all’uno e all’altro. È irrispettoso nei confronti di chi a noi, tutti insieme, ha chiesto di farci carico di dare concretezza ai suoi sogni. Di chi si è fidato di noi e con fatica nei territori ha costruito progetti condivisi, dialogo, mediazione. Di tanti giovani a cui abbiamo fatto promesse, che il 25 settembre ci hanno scelti e ci hanno permesso di dire: i giovani hanno premiato il Terzo Polo. Ed ecco come li abbiamo ripagati.Non possiamo tradirli oltre gli errori che già abbiamo fatto. Io non posso farlo. Ci vorrà tempo, capacità di dialogo e volontà di sintesi. Ci vorrà il coraggio di andare oltre la prospettiva individuale e riaprirsi ad un progetto politico che non possiamo noi decretare sia morto. Perché non appartiene a noi: è il sogno che chi ha creduto in noi ci ha affidato chiedendoci di custodirlo, animarlo, rappresentarlo. Insieme e con un po’ di umiltà che manca.Non si costruisce il centro per superare il bipolarismo partendo da un bipolarismo nel centro. Se la sfida è riunire ciò che è stato diviso nel paese tra destra e sinistra, dobbiamo ripartire dall’essere centro. Con la politica del dialogo, dell’incontro, della sintesi. Perché, e qui cito papa Francesco, che è maestro di umiltà: “La realtà è più importante dell’idea: non si può fare politica con l’ideologia. Il tutto è superiore alla parte, e l’unità è superiore al conflitto”. In coscienza, non vedo altre vie se non questa. Spero di non essere la sola".

I renziani hanno anche pubblicato le 10 tavole della legge in cui smentiscono tutte le "accuse" di Calenda. Queste tra le "tavole" più comiche...