L'incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame è iniziato intorno alle 18:30, ha raggiunto la struttura in legno che sorreggeva il tetto e si è diffuso per tutta la copertura, interessando anche le due torri di cui, ad un certo punto, si è temuto il crollo.

Per fortuna, però, i focolai che avevano iniziato ad interessarle sono stati circoscritti dai vigili del fuoco che, agendo anche dall'interno della cattedrale sono riusciti a contenere prima e a spegnere poi l'incendio che l'ha devastata.

Adesso si dovranno contare i danni. Quelli visibili sono evidenti, a occhio nudo: l'intero tetto è andato distrutto... una parte della volta è crollata e la famosa guglia che spiccava e contraddistingueva Notre Dame non c'è più. Inoltre, parte delle vetrate, anch'esse originali, sono andate distrutte.

Sono comunque state salvate preziose opere d'arte e oggetti di culto, compresa quella che sarebbe stata la corona di spine indossata da Gesù durante la sua crocifissione, così come la tunica che avrebbe indossato il re Luigi IX quando portò quella corona a Parigi.


In base alle prime dichiarazioni rilasciate, il presidente francese Macron ha detto che la struttura perimetrale di Notre Dame è salva. Dichiarazioni ottimistiche che, però, dovranno essere verificate nei prossimi giorni, se non nei prossimi mesi. Infatti, le cattedrali gotiche sono frutto della sperimentazione di anni che riuscì a renderle stabili, grazie all'utilizzo di contrafforti, archi rampanti e soffitto a volta. Un mix di soluzioni che riuscirono a compensare l'altezza di quegli edifici, i cui muri, contemporaneamente, non solo dovevano restare in piedi ma anche supportare il peso del tetto.

L'incendio di ieri ha distrutto parte della volta, rendendo pertanto meno stabile una sezione dell'edificio.

È evidente, stando così le cose, che solo capire come mettere in sicurezza l'edificio anche per poter poi operare per la sua ricostruzione è già di per sé un rompicapo che non potrà essere risolto in pochi giorni. Ed è per questo motivo che la ricostruzione della cattedrale è prevedibile che richiederà anni, se non decenni... senza contare i soldi necessari.

Questo aspetto però non sembra essere un problema. Già ieri sera Macron aveva lanciato un appello in tal senso, e oggi sono arrivate le prime risposte con François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo Kering che possiede i marchi di moda Gucci e Yves Saint Laurent, che ha promesso 100 milioni di euro, mentre altri 200 milioni sono stati promessi dalla famiglia Arnault e dalla loro azienda, la LVMH, altro impero commerciale del lusso che include trai suoi marchi Louis Vuitton, Fendi, Christian Dior, Bulgari, Sephora.

Nel frattempo la Fondation du Patrimoine, nata nel 1996 per salvaguardare e promuovere il patrimonio culturale francese, ha lanciato un appello internazionale per la raccolta di fondi.