Vicenda ArcelorMittal: altro che scudo penale! Confermato da Conte il ricatto degli indiani sulla pelle di 5mila lavoratori
A tarda sera, dopo la fine del Consiglio dei Ministri, il premier Conte ed il ministro dello Sviluppo Patuanelli si sono presentati in conferenza stampa e hanno confermato quel che era evidente a tutti coloro che, al di là della propaganda, avevano inquadrato la vicenda ArcelorMittal per quel che era: la volontà di un'azienda che pensava di aver fatto un investimento remunerativo che però non si è rivelato tale e adesso vuole tirarsene fuori... a meno che il Governo non deroghi dall'accordo di cessione e accetti il licenziamento di 5mila dipendenti, oltre a risolvere le problematiche giudiziarie collegate all'altoforno 2 e a riesaminare il piano di risanamento ambientale.
Quindi, quanto ArcelorMittal aveva scritto nel comunicato del 4 novembre dichiarando di recedere dal contratto a causa del venir meno delle garanzie offerte dal cosiddetto scudo penale (anche se il Governo aveva spiegato che tali garanzie, collegate al piano di risanamento, non sarebbero potute venire meno) era una colossale presa in giro.
Una balla che le opposizioni, che evidentemente nonostante la loro propaganda hanno a cuore gli interessi degli indiani, hanno veicolato a dispetto della tutela degli interessi nazionali... in pratica, quelli nostrani, sono dei sovranisti al contrario, a dimostrazione di quanto questi personaggi siano confusi e poco preparati.
Il premier ha detto di aver "concesso" a Lakshmi e Aditya Mittal, che hanno rappresentato ArcelorMittal all'incontro a Palazzo Chigi, un paio di giorni per formulare delle proposte alternative diverse da quelle finora messe in campo... che possano salvaguardare l'investimento dell'azienda in rapporto alle attuali condizioni del mercato e che siano accettabili da parte del Governo per rivedere in alcune parti l'accordo di cessione degli impianti ex Ilva.
Quale però sia l'arma di ricatto che consenta a Conte e ai suoi ministri di far rispettare ad ArcelorMittal gli impegni presi, il premier non lo ha spiegato. Anzi, da quanto ha detto Conte, il Governo sembra ritenere molto più realistica la soluzione di trovare nell'immediato un nuovo acquirente per l'ex Ilva, piuttosto che una ricomposizione del rapporto tra Stato e ArcelorMittal.
Per discutere di ciò, oggi, sindacati e istituzioni pugliesi sono state convocate a palazzo Chigi nel pomeriggio. Intanto, a Taranto e Genova sono state indette mobilitazioni dei lavoratori con scioperi e assemblee che inizieranno già dal pomeriggio di oggi e proseguiranno anche venerdì.
A conclusione del proprio intervento di ieri, Giuseppe Conte ha ricordato che l'unica vera arma a disposizione del Governo nella trattativa con ArcelorMittal è costituita dalla pressione del "sistema Paese", ed ha per questo invitato alla compattezza le forze di opposizione, perché "è l'intero Paese che deve reggere l'urto di questa sfida". In pratica, come parlare al vento!