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Ma è sicura la Meloni che Fitto sia la persona giusta per gestire il Pnrr?

"Il controllo della Corte dei Conti sull'attuazione del Pnrr, pur nell'ipotesi di approvazione definitiva degli emendamenti in questione [dl P.A., ndr] continuerà ad essere proficuamente esercitato, anche in corso di esercizio con le modalità di cui l'articolo 3 comma 4 della legge 20 del 94,  richiamato dall'articolo 7 del dl 77 del 2021. E, dunque, mediante il cosiddetto controllo sulla gestione. Tale controllo, garantito dall'articolo 100 della Costituzione e come tale non comprimibile, se non con legge costituzionale, è finalizzato alla verifica della legittimità e della regolarità della gestione, anche ai fini del referto semestrale al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. I cittadini chiedono trasparenza sui costi delle opere, sui tempi e sulle modalità della loro realizzazione". 

Questo è quanto ha detto questa mattina il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, durante il suo intervento a un convegno sui controlli del Pnrr organizzato dall'Università Cattolica. 

Un paio di giorni fa, il ministro Raffaele Fitto [le cui deleghe comprendono Politiche Europee, PNRR, Coesione e Sud] sull'argomento aveva scritto la seguente nota sul proprio profilo social:

"Corte dei Conti? un dibattito surreale!Nessuna deriva autoritaria del Governo riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro Governo, su questo aspetto, si muove in linea con il Governo Draghi.Questi i FATTI: la previsione del controllo concomitante non nasce per il PNRR (che all'epoca neppure esisteva). Per i fondi del Piano, invece, la disciplina sul controllo della Corte è da rinvenirsi nel DL Draghi n. 77 del 2021 che, senza richiamare mai il controllo concomitante, affida alla Corte il controllo sui fondi nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei Conti europea. È questa la legge che il Governo intende attuare e che implica anche che la Corte a Sezioni Riunite riferisca semestralmente al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.Quindi, nessuna limitazione dei controlli della Corte dei conti, anzi l'esatto contrario.Alcune semplici domande:1) E' vero o non è vero che lo “scudo erariale”, ovvero la limitazione della responsabilità amministrativa dinanzi alla Corte dei conti, è stato introdotto dal Governo Conte II (e votato in Parlamento dai partiti che oggi animano la polemica politica) con il DL n. 76/2020 e prorogato fino al 30 giugno 2023 dal Governo Draghi con il DL n. 77/2021 (votato anch'esso da tutti i partiti dell'attuale opposizione)?2) E' vero o non è vero che per i fondi PNRR la disciplina sul controllo della Corte dei conti è da rinvenirsi nello stesso DL Draghi n. 77/2021, che, in piena condivisione con la Commissione Europea ed in perfetta attuazione della Milestone M1C1-51, senza richiamare mai il controllo concomitante prevede che : “La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione di cui all'articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994 n. 20, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l'acquisizione e l'impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al PNRR”. Tale controllo si informa a criteri di cooperazione e di coordinamento con la Corte dei conti europea, secondo quanto previsto dall'articolo 287, paragrafo 3 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”?3) E' vero o non è vero che il controllo concomitante della Corte dei conti è stato previsto dalla legge n. 15/2009 ma è rimasto inattuato per oltre un decennio ed è stato nuovamente disciplinato dal DL n. 76/2020, nonché istituito soltanto con delibera n. 272 del 10 novembre 2021 del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, che ha previsto il Collegio del Controllo Concomitante presso la Sezione del Controllo successivo della gestione delle Amministrazioni centrali dello Stato, facendo riferimento a leggi precedenti il PNRR ma non citando mai la Legge Draghi sul PNRR (DL n. 77/2021)?Questi i fatti! Poi c'è il dibattito, ci sono le tante dichiarazioni, le prime pagine e…tutto il resto!Che bellezza! Chi ha votato per anni in un modo oggi contesta i contenuti di quei provvedimenti all'attuale governo, e chi, non avendo mai protestato in passato sugli stessi provvedimenti, oggi lo fa “ufficialmente” e con “veemenza”…

Ricapitoliamo, tanto perché qualcuno si renda conto della qualità di chi guida le sorti del Paese.

Questo soggetto che si occupa della messa in atto del Pnrr, tale Raffaele Fitto, dopo aver letto che la Corte dei Conti aveva lanciato l'allarme sull'inefficienza del suo ministero in spaventoso ritardo sulla tabella di marcia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che cosa fa? Invece di darsi da fare per recuperare il tempo perduto, getta via altre settimane per trovare il modo di limitare i poteri di controllo della magistratura contabile per cercare di limitarne il più possibile il perimetro dei controlli.

Dopo aver fatto ciò, Fitto ha la faccia tosta di dire che la Corte dei Conti (come ha ricordato oggi anche il presidente Carlino) avrà comunque  la possibilità di controllare e verificare il Pnrr. E vorrei vedere se così non fosse, visto che deve controllare come vengono spesi i soldi pubblici.

Ma allora, caro Fitto, perché voler così tenacemente limitarne il perimetro in relazione al Pnrr? Una osservazione banale a cui il ministro non ha dato ancora risposta, portando a giustificazione delle sue scelte il fatto che il controllo concomitante prima del 2020 non era mai stato messo in atto. E secondo lui, questa sarebbe una giustificazione logica!

Non solo. Per quanto riguarda lo scudo erariale, era stato varato durante la pandemia, in un periodo particolare dove le decisioni degli amministratori avrebbero potuto andare oltre il lecito, anche se fatte senza voler commettere un reato o averne dei vantaggi economici... c'era un virus da combattere. Ma questo Fitto, che evidentemente oltre a qualche problema di logica ha anche qualche problema di memoria, ha accuratamente dimenticato di ricordarlo. Un dettaglio. In compenso ha dichiarato (in sostanza): lo hanno fatto altri prima di me, e adesso lo faccio anch'io. E che vuoi dirgli a persone che portano tali argomentazioni?

E tutto questo "casino" sollevato dal governo Meloni è servito a far dimenticare a coloro che lo hanno votato che la rata di fine 2022 - dopo più di 6 mesi - è ancora in alto mare e non viene sbloccata da Bruxelles, e che per avere tutti i finanziamenti previsti nel 2023 è necessario che l'Italia presenti le modifiche al piano - più volte annunciate - entro il 30 giugno, data limite indicata dalla Commissione Ue. Se questo non avverrà, l'Italia rischia di perdere le rate previste per il 2023 o, ben che vada, di riceverle in ritardo.

E che dire poi di alcuni progetti che, secondo alcune fonti stampa, rischierebbero di saltare, tra cui gli asili nido e le stazioni di rifornimento a idrogeno.

Nonostante questi macigni incombano sul Governo e sul Paese, Fitto ha perso tempo a mettere il bastone tra le ruote alla Corte dei Conti... come se ciò avrebbe potuto risolvere il problema delle lacune finora evidenziate nella messa in atto del Pnrr.

Autore Ugo Longhi
Categoria Politica
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