"Questa sera con i leader del Centrodestra e il presidente Attilio Fontana, che rimarrà saldamente alla guida della Regione per i prossimi 5 anni. Buongoverno, sviluppo, lavoro e Autonomia: domenica e lunedì difendi il modello Lombardia, scegli la Lega!"

Così scriveva ieri il "leader" della Lega di lui stesso premier, Matteo Salvini, sui propri profili social, accompagnando l'invito con la foto pubblicata in alto.

Ecco un breve promemoria di chi sono i "leader" di cui parla Salvini.

Silvio Berlusconi ha fondato un piccolo impero prima sull'edilizia e poi sulle tv senza mai aver chiarito l'origine dei fondi che gli hanno permesso di costruire Milano 2 e le televisioni riunite adesso sotto l'ombrello Mediaset. Alcuni mafiosi rivendicano l'origine di quel denaro come loro investimento, ma non è stato provato, anche se il motivo delle scatole cinesi al riparo di paradisi fiscali che hanno permesso la nascita di Fininvest non è stato mai chiarito. In compenso  Berlusconi si è tenuto in casa per mesi un mafioso, Mangano, che a suo dire avrebbe svolto l'attività di stalliere... anche se di cavalli nella tenuta di Arcore non ve ne era neppure l'ombra. Dell'Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari) e fondatore di Forza Italia, dopo aver ricoperto diversi ruoli nella galassia Fininvest, è stato ritenuto colluso con la mafia e condannato ad alcuni anni di carcere. L'avvocato che per primo ha seguito Berlusconi agli inizi delle sue scalate imprenditoriali, Previti, è stato condannato per un caso di corruzione di un giudice in un procedimento che riguardava proprio Berlusconi. Poi, a corredo delle meraviglie dell'ex cavaliere c'è il conflitto d'interesse con le controverse leggi ad personam, lo scandalo sessuale e i suoi presunti rapporti con delle minorenni, un reato finanziario la cui condanna non è riuscito ad evitare ed un'infinità di dichiarazioni controverse, rilasciate, anche quando ricopriva incarichi istituzionali.  Quanto riportato è solo un "concentratissimo" estratto di tutte le mirabilia di cui il "leader" di Forza Italia può vantarsi.

A seguire, nella foto troviamo Matteo Salvini: anche di lui un concentrato del suo curriculum politico.

Convinto euroscettico, fervido ammiratore di Putin e del suo partito, Salvini si è sempre distinto per le sue campagne contro le minoranze, dai migranti ai rom, e contro i diritti civili, avversando le unioni omosessuali, l'eutanasia, lo ius soli... Convinto estremista di destra si è fieramente opposto alla legge Mancino (legge che contrasta razzismo e nazifascismo) e all'introduzione  reato di tortura nell'ordinamento giuridico italiano. Da consigliere del Comune di Milano da ricordare la sua proposta segregazionista con cui voleva riservare sui mezzi pubblici dei posti da utilizzare per chi non fosse stato un italiano doc (bianco e cristiano). In relazione alla politica estera non bisogna dimenticare il suo sostegno a Trump e Bolsonaro e anche ad Israele che, grazie all'apartheid, è per lui un modello di Stato da imitare. Diventato ministro dell'Interno si è reso protagonista di una serie di attività che definire non istituzionali e incompatibili con l'incarico ricoperto è dir poco, culminate con la sua performance al Papeete. Come Berlusconi, anche se non al suo livello, Salvini si è reso protagonista di numerosi procedimenti giudiziari: oltraggio a pubblico ufficiale (condannato a 30 giorni di reclusione con la condizionale); vilipendio delle istituzioni costituzionali (la presidente della Camera Boldrini  associata ad una bambola gonfiabile); condanna per diffamazione per i cori razzisti anti-napoletani; assoluzione dal Tribunale di Torino per la particolare tenuità del fatto (ma non per non averlo commesso) per vilipendio alla magistratura; sequestro di persona (processo in corso) per i migranti sequestrati sulla Open Arms. Si potrebbe continuare con le sue dichiarazioni controverse sulla religione, sul Covid, sui vaccini... ma - come già detto - stiamo riassumendo una carriera in pillole.

Adesso la patriota Giorgia Meloni

Nata missina sotto l'ala protettiva del camerata Rampelli nella storica sede di Colle Oppio, dopo Benito Mussolini (definito un buon politico, il migliore della nazione negli ultimi cinquant'anni), la giovane Meloni diventa sostenitrice di Gianfranco Fini, da cui si smarca per fondare poi il suo attuale partito, Fratelli d'Italia. Si definisce conservatrice, ma in realtà è un'estremista di destra che cerca di mascherare le sue simpatie politiche che ammiccano al ventennio, seppur rivisitate. Ha proposto l'abrogazione del reato di tortura dall'ordinamento giuridico italiano, sostenendo che esso «impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro», e quella della legge Mancino finalizzata a contrastare gli atti e le manifestazioni discriminatorie in materia razziale, etnica e religiosa. Sulle leggi ad personam in materia di giustizia ha sostenuto che «bisogna contestualizzarle. Sono delle leggi che Silvio Berlusconi ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste». Si è dichiarata contraria al matrimonio omosessuale, all'adozione per le coppie dello stesso sesso e alle misure di contrasto e prevenzione dell'omo-transfobia, sostenendo che non si possa affermare che in Italia gli omosessuali siano discriminati in quanto non vi è un'escalation di violenza. Nel 2018 ha poi dichiarato la sua volontà di cambiare la Costituzione per rendere incostituzionale la famiglia omogenitoriale. Come misura di contrasto dell'immigrazione, ha proposto l'attuazione di un blocco navale nel Mediterraneo e la costruzione di muri sui confini nazionali. Dopo aver affermato la necessità di affondare le navi delle organizzazioni non governative operanti nel Mediterraneo in supporto ai migranti e di arrestarne i membri dell'equipaggio per traffico di esseri umani, una volta al governo si è limitata ad impedirne l'operatività (facendo aumentare di conseguenza gli annegamenti nel Mediterraneo). Nei riguardi della comunità musulmana, ha proposto il reato di integralismo islamico, il divieto di indossare alcune tipologie di veli islamici per le donne musulmane e della predicazione degli imam nelle moschee in lingua diversa dall'italiano. È fermamente contraria alla legalizzazione dell'eutanasia, alla legalizzazione della cannabis e alla maternità surrogata, proponendo una legge per rendere quest'ultima un "reato universale", al fine di vietarne l'attuazione (da parte di un cittadino italiano) anche all'estero. È inoltre contraria al divorzio breve, all'aborto farmacologico in day hospital e al biotestamento. Sostiene l'esistenza della teoria del gender, è contraria all'introduzione di corsi di educazione sessuale nella scuola primaria e si oppone fortemente ai corsi scolastici di studi di genere e alle misure di sensibilizzazione scolastica nei confronti della comunità LGBT, sostenendo che esse non combatterebbero le discriminazioni sessuali ma darebbero ai più giovani «un'interpretazione fuorviante della propria identità sessuale». È fortemente contraria al reddito di cittadinanza... ed altro ancora. 

E c'è anche Maurizio Lupi.

Che dire di lui? È tutto casa e chiesa, anzi Comunione e liberazione o fatturazione, come la chiamano alcuni in riferimento alla parte temporale del movimento cattolico: l'associazione imprenditoriale Compagnia delle Opere. E grazie alla sua fervente fede cattolica e ai suoi rapporti con CL fa carriera in politica e fuori della politica. Diventato ministro dello sviluppo si dimette a seguito delle vicende connesse allo scandalo dell'inchiesta "Grandi opere" che non lo vedono indagato, ma che coinvolge alcune persone vicine a lui e che hanno collaborato con il suo Ministero e che sono accusate di corruzione. Nell'ambito dell'inchiesta "Appaltopoli" viene accusato di "aver procurato degli incarichi di lavoro" al figlio Luca, neolaureato in Ingegneria e assunto dall'imprenditore Stefano Perotti, suo amico.  

Questa gente si è riunita a Milano per dire ai lombardi di votare alle prossime regionali Attilio Fontana, il presidente uscente della regione Lombardia che si è ricandidato all'incarico, nonostante le "mirabili" peripezie di cui si è reso protagonista, specie durante i primi mesi della pandemia.

Si potrebbe iniziare con quanto da lui fatto per la figlia e la famiglia Giorgetti quando era sindaco di Varese... ma è inutile rivangare il passato quando il presente è così ricco di soddisfazioni. Nel 2020, dopo aver fatto vedere in diretta le sue capacità con la comicissima dimostrazione di come si indossi una mascherina, Fontana ribadisce la sua incompetenza in questioni sanitarie con la mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca,  con la strage da lui provocata nelle RSA dove furono ricoverati i malati di Covid, con l'appalto senza gara dato dalla regione Lombardia al cognato per realizzare camici e mascherine, con i soldi in Svizzera, con il caos nel piano vaccinazioni... per risolvere il quale viene chiamata Letizia Moratti. Come da lei dichiarato, per riorganizzare il piano vaccinale è stata costretta a licenziare i vertici politici - nominati da Fontana - che gestivano l'azienda della regione Lombardia preposta alla stesura del piano vaccinale.

Questa gente, con questi curricula, chiede il voto ai lombardi per continuare a governare la regione e per consentire a Fontana di continuare a mettere in atto le sue innumerevoli incapacità nella gestione della cosa pubblica.

È evidente che l'Italia è un Paese senza memoria e, pertanto, senza speranza se una coalizione guidata da gente simile intende far continuare a governare un simile presidente di regione, in base a quanto indicavano i sondaggi fino a poco tempo fa.