Guaidò chiama di nuovo in piazza i venezuelani, mentre lo Stato lo mette sotto accusa per il blackout nel Paese
In Venezuela, due governi si fronteggiano da giorni in una escalation che diventa sempre più preoccupante, specialmente dopo che i blackout, iniziati giovedì in tutto il Paese, sono continuati anche nella giornata di lunedì.
L'autonominatosi presidente Juan Guaidó, dopo aver accantonato il suo interesse per gli aiuti umanitari da consegnare ai venezuelani, ieri ha decretato lo stato di emergenza nazionale giustificato dalla necessità di far fronte alla situazione venutasi a creare a seguito della prolungata mancanza di corrente elettrica.
Non soddisfatto, per il pomeriggio di oggi Guaidó ha indetto una nuova giornata nazionale di protesta, incitando la gente a manifestare nelle piazze per chiedere le dimissioni di Maduro.
Può Maduro continuare a tollerare questa situazione? Ogni giorno che passa è sempre più difficile crederlo. È di questo martedì, infatti, la notizia che il Procuratore generale del Venezuela, Tareck William Saab, ha annunciato l'avvio un'inchiesta contro il presidente dell' Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, in relazione ad un suo presunto coinvolgimento nel sabotaggio del sistema elettrico che a partire da giovedì 7 marzo sta causando molti problemi alla popolazione venezuelana.
La nuova inchiesta nei confronti di Guaidó si aggiunge a quella già avviata il 29 gennaio e riguarda il reato di sabotaggio della rete elettrica, che implica anche l'aggravante di aver contribuito a promuovere violenze e saccheggi.
"Il sabotaggio alla rete elettrica non è casuale - ha detto Tareck William Saab - perché fa parte di un'escalation sempre più pressante per rovesciare un governo legittimamente costituito".