Domenica, allertata in seguito ad un chiamata di emergenza fatta al 118, un'ambulanza della Croce d'Oro è arrivata ad una trattoria di Sciarborasca, località in provincia di Genova.
L'ambulanza arriva poco dopo aver ricevuto la segnalazione. Tra il personale a bordo, volontario, c'è anche un ragazzo africano, nativo del Gambia.
Un uomo che era in attesa dell'ambulanza all'esterno della trattoria si rivolge ai soccorritori in questo modo: "Potevate arrivare prima. Pensate solo ai negri!"
Come ha sottolineato Patrik Balza, uno dei soccorritori presenti che poi ha fatto conoscere l'episodio postandolo sui social, l'affermazione deriva dal fatto che "un membro della squadra intervenuta è un Soccorritore (meritatamente con la S maiuscola) nativo del Gambia. Mi fermo qua, ogni altra osservazione la lascio alla rete, e al resto - in assenza di scuse - penserà la Procura. Sperando con tutto il cuore che al personaggio in questione torni ciò che merita a livello giudiziario".
Sull'episodio ha poi rilasciato una dichiarazione anche la stessa Croce d'Oro di Sciarborasca:
«Con riferimento allo spiacevole episodio che ha coinvolto ieri un nostro equipaggio durante un intervento di soccorso, la Croce d'Oro Sciarborasca vuole sottolineare la sua appartenenza al movimento delle pubbliche assistenze #Anpas, di cui ne condivide appieno il codice etico #EssereAnpas.
Al suo interno, contenuto nel principio di "Rispetto alla persona" vogliamo citare questo passaggio: "L'associazione si impegna inoltre a evitare qualsiasi discriminazione tra i cittadini basata su nazionalità, razza, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione, opinioni politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, nascita, età, orientamento sessuale e identità di genere, come qualsiasi altra caratteristica possa dare origine a comportamenti di esclusione».
Angelo Patanè, presidente della Croce d'Oro: «A nome di tutto il Consiglio Direttivo esprimo il mio ringraziamento a tutti i volontari che quotidianamente svolgono con professionalità e abnegazione il ruolo del soccorritore che, per fortuna in pochi casi isolati, mette di fronte i nostri ragazzi a situazioni davvero paradossali. Noi andiamo avanti per la nostra strada, consapevoli di quel che di buono stiamo facendo e che ci viene confermato anche dalle moltissime testimonianze di affetto e solidarietà pervenute in queste ore. Tutta la Croce d'Oro sta lavorando e continuerà a lavorare per offrire a chi ne ha bisogno una realtà inclusiva e che valorizzi le differenze, anziché stigmatizzarle».
E naturalmente, c'è sempre qualcuno che continua a sostenere che l'Italia non è un Paese razzista...