Musacchio: “Emilia-Romagna terra di mafie”
di Lucia De Sanctis
Intervista a Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.
Secondo il criminologo a Bologna c’è forte penetrazione della ‘ndrangheta.
“Il capoluogo regionale è al terzo posto per interdittive emesse dopo Napoli e Catanzaro”. “Una crescita del 120 per cento che deve far riflettere e deve preoccupare”.“C’è assolutamente bisogno di risvegliare il tessuto sociale e le coscienze di tutti per far fronte ad una situazione del genere”. “Grazie all’impegno di magistratura e forze dell’ordine abbiamo reso inoffensiva la mafia stragista, ma purtroppo dobbiamo ancora attrezzarci per vincere quella “mercatistica” che si insinua e si inserisce in ogni in ogni realtà economica del nostro territorio nazionale”.
Musacchio ha affermato che a Bologna per tanto tempo si è pensato che la mafia fosse un fenomeno marginale o addirittura inesistente che riguardasse soltanto il meridione.
“L’Emilia-Romagna, invece, è diventata una realtà territoriale in cui le mafie, la ‘ndrangheta in modo particolare, si sono infiltrate in maniera consistente nella politica e nell’economia”. “Credo si possa parlare di vero e proprio radicamento, per cui, i cittadini hanno bisogno di unirsi e reagire per riaffermare il primato della legalità”.“La tipologia di “reati spia” ormai è quasi esclusivamente di natura economica (usura, riciclaggio operazioni finanziarie)”. “Crescono vertiginosamente anche i delitti dei colletti bianchi, spia di una forte contiguità tra professionisti e criminalità organizzata”.
A confermare il dato, il processo Aemilia alle cosche calabresi che ha cristallizzato l’esistenza di una vera struttura mafiosa radicata in Emilia-Romagna.
“Nel territorio di Bologna e in tutto il resto della regione, occorrerà un nuovo risorgimento morale e sociale che sono certo che gli abitanti del territorio saranno in grado di realizzare”.