In relazione alla vicenda del cardinale Pell, la County Court di Melbourne quest'oggi ha comunicato di avergli revocato la libertà su cauzione. Pertanto, il cardinale sarà detenuto in una prigione di Melbourne in attesa che venga decisa la pena, decisione rimandata al prossimo 13 marzo, in relazione alla condanna in primo grado su presunti abusi sessuali su minori, da lui commessi negli anni '90.

L'arresto è stato deciso a conclusione di un'udienza durante la quale i legali delle due parti hanno presentato le rispettive argomentazioni conclusive sul caso. A partire da oggi, quindi, il cardinale Pell rimarrà in custodia cautelare nella Assessment Prison di Melbourne, in attesa della condanna definitiva.

Pell, che continua a proclamare la sua innocenza, aveva ottenuto la libertà su cauzione per un intervento alle ginocchia cui si era sottoposto lo scorso dicembre.

Nell'udienza che si è svolta questo mercoledì, è stato confermato che sono cinque i reati per cui il cardinale è stato giudicato colpevole, ciascuno dei quali prevede una condanna massima a 10 anni di carcere.

La vicenda giudiziaria non è però ancora conclusa. Il legale di Pell ha dichiarato la volontà del suo assistito di ricorrere in appello. In base alle procedure australiane, il caso sarà discusso da un collegio di tre giudici che dovranno esprimere un giudizio definitivo e non da una giuria.

Alessandro Gisotti, direttore ad interim della Sala stampa vaticana, oltre a ricordare che il cardinale George Pell non è più il prefetto della Segreteria per l'Economia della Santa Sede, ha rilasciato sulla vicenda la nota ufficiale di seguito riportata.

"La Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del cardinale George Pell.

Una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane.

In nome di questo rispetto, attendiamo ora l'esito del processo d'appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all'ultimo grado.

In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinché la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e per i più vulnerabili.

Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le le misure cautelari già disposte nei confronti del cardinale George Pell dall'Ordinario del luogo al rientro del cardinale Pell in Australia. Ossia che, in attesa dell'accertamento definitivo dei fatti, al cardinale Pell sia proibito in via cautelativa l'esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età."