Quanto tempo è occorso perché ammettesse le proprie responsabilità nel delitto di Pamela Mastropietro... e per qualcuno aveva finito per essere anche innocente.
La svolta nelle indagini che può chiarire la vicenda della terribile fine di Pamela Mastropietro è arrivata da parte dello stesso Innocent Oseghale, detenuto nella Casa circondariale di Marino del Tronto, in provincia di Ancona.
Il nigeriano, nell'ennesimo interrogatorio con gli inquirenti, ha ammesso di non aver aver violentato la giovane e di non averla uccisa. Pamela – secondo quanto riportato dall'avvocato di Oseghale, Simone Matraxia – avrebbe avuto con lui un rapporto consenziente. Tutto sarebbe nato dalla dose di eroina, acquistata in precedenza, che avrebbe causato la morte della giovane.
Oseghale, in seguito al decesso di Pamela per overdose ne ha sezionato il corpo, abbandonandolo per strada il giorno successivo.
La droga sarebbe stata acquistata da un altro nigeriano, Lucky Desmond. Pamela si sarebbe iniettata la dose nell’appartamento di Oseghale e subito dopo avrebbe avuto un malore. Oseghale ha telefonato allora ad un suo amico, Anthony, per chiedergli che cosa fare.
Costui gli avrebbe consigliato di gettarle dell’acqua fredda sul corpo e di chiamare un’ambulanza. Ma il panico ha preso il sopravvento su Oseghale, quando la ragazza non rispondeva più alle sue domande, né agli stimoli.
Per sbarazzarsi del corpo, il nigeriano pensa di metterlo dentro ad una valigia che va ad acquistare appositamente in un negozio vicino alla sua abitazione. Ma la valigia è piccola e non può contenere il cadavere.
E così Oseghale decide di farlo a pezzi, utilizzando un paio di coltelli, agendo da solo, senza l'aiuto di nessuno.
Adesso, agli inquirenti il compito di valutare l'attendibilità della confessione in base alle prove finora raccolte. Ma forse, questa volta possiamo quasi certamente dire di conoscere il motivo della terribile sorte toccata a Pamela Mastropietro.