Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore della Juventus. Allegri ritrova una panchina che conosce molto bene, un club che ama e che lo ama, per iniziare oggi un nuovo viaggio insieme, verso nuovi traguardi.Quelli raggiunti nella sua prima avventura in bianconero sono scolpiti nella storia del club: cinque Scudetti, quattro doppiette consecutive con la Coppa Italia, due Supercoppe, due Finali di Champions League in tre stagioni, imprese epiche in Italia e in Europa.Ci eravamo salutati, due anni fa, con un messaggio, “History Alone”, consegnato dal nostro Presidente al Mister: un abbraccio e una maglia su cui c’era, in due parole, tutta l’esperienza di Allegri alla Juve.Il bello della storia però è che non si ferma mai. E nel calcio, questo significa un concetto che abbiamo radicato nel nostro DNA: la vittoria più bella è la prossima. Sempre.E allora siamo pronti a ripartire con Allegri, a costruire insieme il nostro futuro; con la sua enorme professionalità, la sua forza morale, con le trovate geniali di un tecnico capace di sparigliare le carte, in campo e fuori. Con il suo sorriso, una sorta di “firma”. Con il suo modo di intendere il calcio e la vita: semplicità, voglia di sdrammatizzare, impegno a godersi ogni attimo bellissimo che vivere alla Juventus sa regalare e regalerà.
Dopo aver letto il comunicato con cui la Juventus quest'oggi ha ufficializzato il ritorno di Allegri, la domanda che viene spontanea da porre ad Andrea Agnelli e agli altri dirigenti bianconeri è:
Ma allora perché lo avevate cacciato?
Una domanda a cui ovviamente non sarà data risposta. Come non sarà data spiegazione all'incoerenza mostrata nell'aver dato fiducia all'esordiente Pirlo solo per una stagione, nonostante un paio di trofei li abbia comunque vinti e, sul campo, sia pure riuscito a far qualificare i bianconeri in Champions League.
Così è stato annunciato al pubblico bianconero il benservito a Pirlo:
Grazie, Andrea.Sono le prime parole che tutti noi dobbiamo pronunciare al termine di questa esperienza speciale vissuta insiemePochi mesi fa, Andrea Pirlo, icona del calcio mondiale, iniziava sulla panchina della Juventus una nuova avventura, la prima da allenatore. Per farlo ci vuole innanzi tutto coraggio, oltre che consapevolezza dei propri mezzi, specie in un periodo segnato da mille difficoltà, con il mondo costretto dalla pandemia a reinventare le proprie regole giorno dopo giorno.Lo ha fatto anche Andrea: ha iniziato (e di questo siamo sicuri: la sua sarà una brillante carriera da allenatore) un viaggio di trasformazione, cercando, e spesso riuscendo, a portare le sue idee e la sua esperienza da fuoriclasse in campo dall’ ”altro lato” della barricata.E siccome nel calcio quello che conta sono le vittorie che si mettono in bacheca, ricordiamole: in pochi mesi la sua Juve ha sollevato due trofei e ha portato a casa vittorie brillanti sui campi più prestigiosi, da San Siro al Camp Nou.Per tutto questo, per il coraggio, la dedizione, la passione con cui ha affrontato ogni giorno, per i successi ottenuti, il nostro grazie arriva davvero dal cuore. Così come il nostro in bocca al lupo per un futuro che sicuramente sarà bellissimo.
Stando ai comunicati stampa della Juventus (quello su Pirlo oggi e quello in occasione dell'esonero di Allegri allora) viene da pensare che più un allenatore è bravo e più in società sentono un irresistibile bisogno di cambiarlo. Se non altro i due coach hanno in comune una grande genialità, così grande che uno si chiede come facciano a nasconderla così bene fuori dal campo.
Intanto anche il Torino ha annunciato di aver affidato la conduzione della prima squadra a Ivan Juric, ex Verona, che ha firmato un contratto triennale.