Quello che si è tenuto ieri nella Carolina del Sud era l'ultimo dibattito tra i principali candidati del Partito democratico, sia prima delle primarie in quello Stato che in quelle del Super martedì del 3 marzo.

Il dibattito ha avuto luogo a Charleston, Carolina del Sud, presso il Gaillard Center ed è stato trasmesso a livello nazionale dalla CBS.

Dopo i risultati dei primi tre appuntamenti per le primarie in Iowa, New Hampshire e Nevada, Bernie Sanders è visto da tutti come il "front runner" dem nella sfida a Trump in occasione delle presidenziali del prossimo novembre.

Per questo, il dibattito di ieri non poteva non essere, come tra l'altro già ampiamente annunciato, un "Bernie contro tutti". E così è stato.

Nonostante ciò, però, Bernie Sanders ha saputo rintuzzare gli attacchi degli avversari facendo ricorso alle sue armi migliori: sincerità e logica dei fatti.

Quindi, ad esempio, quando gli è stato rinfacciato il sostegno ad una legge che tutela i produttori di armi da azioni legali, Sanders ha ammesso che quello è stato "un cattivo voto", ma a chi gli rinfacciava il sostegno al regime castrista di Cuba, ha ricordato che ne ha elogiato le politiche per allargare a tutti l'istruzione, condannando il mancato rispetto dei diritti umani. 

Quello che gli altri candidati hanno indirettamente cercato di dimostrare, lo ha detto Buttigieg  chiaramente: Sanders non potrà mai vincere contro Trump perché, a causa del suo programma, non riuscirebbe mai ad ottenere il voto dei moderati... per i democratici scegliere lui come sfidante di Trump vorrebbe dire rinunciare alla speranza di ottenere la presidenza già in estate. Inoltre, il presunto supporto della Russia alla campagna di Sanders dimostrerebbe la volontà di Putin di gettare l'America nel caos.

Ma Klobuchar, Steyer, Warren, Biden e Buttigieg, nonostante gli sforzi, non hanno inciso più di tanto e non hanno trovato alcuna chiave per contrastare Sanders sui contenuti del suo programma, al di là di quella rappresentata dal fatto che i dem, scegliendo lui, potrebbero consegnare il secondo mandato a Trump alle presidenziali di novembre.

E Bloomberg? Rispetto al precedente dibattito è sicuramente andato meglio, anche se - al di là di qualche inciampo - ha motivato la sua candidatura riassumendola in questi termini: fate arrivare me alla sfida con Trump perché io ho esperienza, soldi e la testimonianza di quello che ho fatto finora. Non proprio il programma che un elettore vorrebbe votare... ma almeno va apprezzata la sincerità. 

In conclusione, pertanto, anche ieri Sanders ha dato l'impressione di essere finora il candidato più convincente come sfidante di Trump.