A causa delle restrizioni per rallentare la diffusione del contagio da coronavirus, le attività nei settori relativi a turismo e trasporti sono praticamente ferme. Le compagnie aeree sono tra le più colpite e sono anche quelle che fin da subito hanno ricevuto aiuti di Stato.

Lufthansa, la più grande compagnia aerea europea, è tra queste, e anche se non ha comunicato ufficialmente la quantità di aiuti finora ricevuti da Bruxelles e da Berlino, secondo fonti sindacali l'azienda riceverebbe centinaia di milioni di euro al mese. 

In base a quanto riportato lo scorso 6 aprile dalla Süddeutsche Zeitung, il board di Lufthansa starebbe prendendo  accordi per prestiti fino a 10 miliardi di euro. 

Attualmente, dei 763 aerei della compagnia, 700 non sarebbero in servizio, mentre sarebbero circa 90mila i dipendenti messi in "cassa integrazione" sui 135mila complessivi. 

In un comunicato stampa del 7 aprile, Lufthansa ha dichiarato che ci vorranno mesi prima che le restrizioni sui viaggi vengano revocate e forse anni prima che la domanda di voli raggiunga di nuovo i livelli pre-crisi.

Secondo il quotidiano Die Welt, che ha citato un portavoce della compagnia aerea, l'intenzione di Lufthansa sarebbe quella di tagliare il 10 percento della forza lavoro, riducendo la flotta, comprensiva delle controllate, di un  numero compreso tra 70 e 80 aerei.

Quanto sopra riportato, anche se riguarda la Germania, è comunque interessante, perché pone dei quesiti che riguarderanno molte altre aziende e quasi tutti i Paesi colpiti dalla pandemia. 

Le aziende che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane riceveranno aiuti di Stato, con quali finalità dovranno essere finanziate? Per continuare a garantire servizi alla comunità, per mantenere intatta la forza lavoro o per continuare a fare utili e distribuire dividendi agli azionisti?

In fondo, non è irrilevante porsi queste domande. Infatti, perché dare aiuti di Stato ad un'azienda che decide di licenziare i dipendenti? I prossimi finanziamenti che, a quanto si dice, verranno concessi senza guardare "troppo per il sottile" dal punto di vista delle garanzie finanziarie, perché non dovrebbero comunque essere vincolati da "garanzie occupazionali"?

C'è anche un altro aspetto che potrebbe emergere dagli aiuti di Stato per contrastare la crisi economica generata dalla Covid: il fatto che alcune aziende, che non ne avrebbero bisogno, li potrebbero utilizzare per estinguere precedenti finanziamenti più onerosi. Gli annunciati finanziamenti a pioggia, se mai dovessero realmente arrivare, per alcune aziende potrebbero essere l'occasione per migliorare gli utili, scaricando gli oneri sulla collettività. 

Se non verranno richieste garanzie minime per evitare o limitare le distorsioni sopra elencate (quasi certamente ce ne saranno moltissime altre di cui tener conto), la Covid-19, per alcuni, potrebbe diventare addirittura un'opportunità per gonfiare il proprio portafoglio.