Domenico Arcuri, il protagonista è sempre lui. Nominato commissario per l'emergenza coronavirus, il Governo lo ha anche incaricato di organizzare e gestire il piano vaccinale.

Arcuri è però anche amministratore delegato di Invitalia che ha investito in un'azienda privata, ovviamente italiana che fa parte di un consorzio internazionale per la produzione di un vaccino anti-Covid per il momento in fase di sperimentazione.

L'investimento fatto è quello in Reithera Srl, di cui Invitalia ha acquistato il 30% per 81 milioni di euro con soldi pubblici.

A seguito di ciò, l'Associazione Luca Coscioni ha chiesto al Governo, e allo stesso Arcuri, di risolvere immediatamente il conflitto d'interessi, con le  dimissioni di quest'ultimo da uno dei due incarichi, palesemente incompatibili, per non pregiudicare la credibilità del suo operato in un momento così difficile per il Paese.

Allo stesso Arcuri, l'Associazione Luca Coscioni ha chiesto anche di spiegare il perché della sua scelta di investimento.

Questa la nota stampa: "Nel segnalare dubbi circa i dati sugli studi clinici in atto e i tempi di messa in produzione che alcune società scientifiche e ricercatori hanno manifestato in queste ore - hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario e tesoriere dell'Associazione - riteniamo che la politica - anche in un momento di amministrazione degli affari correnti - non possa non farsi carico del grave conflitto d'interessi che investe il dottor Arcuri: commissario per l'emergenza sanitaria e amministratore delegato di Invitalia.L'investimento di oltre 80 milioni di euro pubblici in una società privata italiana, parte di un consorzio internazionale per la produzione di un vaccino, è stata deliberata senza che vi fosse alcuna possibilità di approfondimento tecnico o pubblico circa quanto annunciato relativamente alla qualità, sicurezza ed efficacia del prodotto. Una decisione presa da qualcuno che agisce nel massimo dei privilegi e delle immunità assicurate dalla gestione commissariale che, e qui sta il vero problema, si garantisce i fondi necessari per far fronte all'emergenza al netto della valutazione di merito di quanto finanziato e nel momento in cui è pronto a intentare causa a potenziali concorrenti dell'azienda in cui ha investito.Se starà alla scienza confermare, come tutti speriamo, che quanto annunciato circa il vaccino ReiThera corrisponda all'avanzamento degli studi e dei trial, alla politica tocca esigere chiarezza circa l'amministrazione di soldi pubblici in un contesto che è emergenziale quanto delicato.E già che ci siamo - ha aggiunto Marco Perduca che per l'Associazione coordina le attività internazionali - non guasterebbe anche discutere della presenza alla conferenza stampa di annuncio dell'investimento di un dirigente dell'Agenzia Italiana per il farmaco, che ha detto senza mezzi termini quali siano stati i meccanismi per cui si è arrivati ad avere un vaccino italiano in così poco tempo.  Invitalia entra nel capitale di ReiThera rilevandone un terzo. Quest'ultima, però, diventa parte molto minore del consorzio internazionale impegnato nella produzione del vaccino anti-Covid, annacquando di fatto l'inutile quanto sbandierata italianità del prodotto finale".