Come anticipato sul suo profilo social, il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, lunedì mattina è intervenuto in Consiglio regionale "per rispondere - come da lui dichiarato - alle troppe false ricostruzioni create ad arte in queste settimane per danneggiare me e la giunta che presiedo per mero opportunismo politico. Le notizie uscite in questi giorni avrebbero dovuto porre fine alle polemiche. In molti mi avete espresso solidarietà, vicinanza e finanche ringraziamenti. Altri purtroppo stanno travisando i fatti e, come al solito, in questa Regione lo scarso contenuto politico delle opposizioni porta a ricostruzioni fantasiose della realtà per attaccare la giunta che con orgoglio presiedo".
Questo è ciò che ha detto Fontana...
Come riassumerlo?
In sostanza, nella ricostruzione della vicenda Dama/Aria, il presidente della regione ha dichiarato: "La regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici".
Sicuramente Fontana ha detto il vero, ma, nonostante la dichiarazione roboante, non ha assolutamente fatto luce sulla vicenda che continua ad alimentare più di un dubbio.
Quello che doveva essere un intervento per chiarire i fatti della fornitura di camici alla regione da parte dell'azienda di suo cognato, senza una gara d'appalto, si è trasformato in una esaltante ricostruzione di quanto fatto dalla Lombardia, dalla sua giunta e dal suo presidente (cioè lui) nella gestione dell'emergenza coronavirus.
Se qualcosa è andato storto questo è per colpa del premier Conte, del ministro della Salute Speranza, del Governo, dei tecnici del Governo e, non avendo altri a disposizione, anche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo la ricostruzione di Fontana, l'incapacità, l'inefficienza e le contraddizioni di tutte le parti sopra elencate sono state, nei limiti del possibile, arginate dall'efficienza della regione Lombardia da lui guidata!
Ed in merito alla vicenda dei camici? In fondo, Fontana era su questo che doveva dare una spiegazione.
Di questo argomento, Fontana ha detto che, oltre all'azienda del cognato, anche altre quattro aziende sono state contattate per fornire dei camici con ordini e costi anche superiori rispetto a Dama. In tutti i casi si è trattato di un'assegnazione diretta, senza gara.
Dopo aver detto di non aver mai saputo nulla riguardo all'ordine della regione Lombardia all'azienda del cognato, Fontana ha dichiarato che sapeva che Dama voleva offrire un contributo per l'emergenza Covid.
L'assessore Cattaneo aveva interpellato delle aziende sul territorio disposte "a dare una mano". Le aziende che "hanno dato una mano", in realtà fatturando alla regione milioni di euro, sono state cinque, tra cui Dama.
"Dei rapporti negoziali" tra la regione e Dama, Fontana non ha saputo nulla fino allo scorso 12 maggio. Dopo esserne venuto a conoscenza, chissà perché se tutto era corretto e dovuto in base a quanto da lui dichiarato un attimo prima, il presidente della regione ha chiesto al cognato di trasformare l'ordine in donazione per evitare polemiche e strumentalizzazioni e di "considerare quel mancato introito come ulteriore gesto di generosità". Quali fossero stati gli altri gesti di generosità da parte del cognato, Fontana non lo ha fatto sapere.
E non ha spiegato neppure perché allora lui abbia inviato al cognato 250mila euro, la metà dell'importo fatturato in prima battuta alla regione e, presumibilmente, relativo ai costi sostenuti da Dama. Non solo. Fontana non ha spiegato neppure il perché della discrepanza tra la nota di credito e la fattura emessa da Dama, visto che non ne copre l'intero importo.
In altri particolari ha dichiarato di non voler entrare. Ha aggiunto che la sua intenzione era di "alleviare" l'onere dell'operazione sostenuta da Dama, partecipando personalmente alla copertura di una parte dell'intervento economico. Si è trattato di una decisione spontanea, dovuta al fatto che il ruolo da lui ricoperto aveva danneggiato l'azienda del cognato. L'intervento di Report non avrebbe influenzato le decisioni di Andrea Dini e Attilio Fontana.
"Le cose stanno così!" ha sentenziato Fontana.
Giudizialmente, se tutto ciò costituisca o meno una qualche ipotesi di reato, tocca alla magistratura stabilirlo. Dal punto di vista esclusivamente politico, ognuno, può invece esprimere il giudizio che preferisce... iniziando con il porsi alcune semplici domanda:
se quanto fatto dalla regione era trasparente e dovuto, perché tutto questo affannarsi nel cercare di nasconderlo? Perché suo cognato non ha dato la stessa spiegazione fornita da Fontana, quando è stato intervistato da Report? Perché Fontana non ha detto già mesi fa di aver provveduto al pagamento di metà fornitura al cognato? Perché la nota di credito di Dama copre solo una parte della fornitura e non l'intero importo?
Nel suo lunghissimo intervento, Attilio Fontana non ha dato nessuna risposta a queste domande.