Le imbarazzanti dichiarazioni rilasciate il 20 giugno dal ministro Fitto alla Camera sul Pnrr
Durante la seduta della Camera di martedì 20 giugno, i deputati hanno presentato alcune mozioni relative al piano di attuazione del Pnrr.
Quello che è interessante è come il ministro competente ha risposto si parlamentari, esprimendo il suo parere su quanto da loro proposto. Per capire quello di cui stiamo parlando, si riportano alcuni passaggi che sono esemplificativi, e valgono più di mille parole, di quanto dichiarato alla Camera da Raffaele Fitto:
"Ebbene, sulla terza rata penso sia indispensabile chiarire alcuni aspetti. Il primo è che, oltre al maggior numero di obiettivi rispetto alle precedenti - perché gli obiettivi della terza rata erano 55 -, la terza rata aveva anche 16 target, che per la prima volta mettevano in campo una misurazione fisica specifica, a differenza degli obiettivi delle precedenti rate.Ciò sicuramente ha comportato una esigenza differente di verifica e approfondimento su questo. È bene anche ricordare che il Governo si è insediato a fine ottobre e che i 55 obiettivi andavano raggiunti al 31 dicembre 2022: quindi, ai 25 già raggiunti dal precedente Governo, se ne sono aggiunti 30, che il Governo ha raggiunto nei mesi di novembre e dicembre.Abbiamo inviato la comunicazione sui 55 obiettivi raggiunti alla Commissione europea e si è aperta una fase di confronto con la stessa la quale non ha riscontrato - così come è scritto in alcune mozioni ed indicato nel dibattito politico - dei ritardi. Al riguardo - e lo farò anche per gli altri punti - ritengo sia necessario fare una valutazione congiunta rispetto a quello che accade negli altri Paesi europei per avere un quadro di riferimento chiaro. Ebbene, la terza rata oggi è stata richiesta da tre Paesi: Spagna, Grecia e Italia; poi ci sono quattro Paesi che hanno chiesto due rate, undici Paesi che hanno chiesto una rata e nove Paesi che non hanno chiesto nessuna rata. Una valutazione congiunta di quello che accade nel resto dell’Europa ci fa capire la dimensione della questione di cui oggi ci occupiamo. Quindi, in relazione alla terza rata, richiesta unicamente dall’Italia, dalla Grecia e dalla Spagna, constatiamo una fase di attuazione, così com’è avvenuto anche in altri Paesi e abbiamo verificato anche nel merito la fisicità di alcuni degli obiettivi ai quali ho fatto cenno e riferimento. Io non voglio entrare nel merito delle singole questioni perché non è interesse del Governo, né tantomeno del sottoscritto aprire fronti polemici. Dico solo che questo Governo in due mesi ha raggiunto i 30 obiettivi mancanti, oltre ai 25 già raggiunti, e ne ha inviato comunicazione alla Commissione europea; si è, quindi, aperto un confronto, che ritengo si chiuderà nelle prossime ore positivamente, nel corso del quale vi è stata con la Commissione europea una verifica molto dettagliata di molte delle misure alle quali si fa riferimento. Abbiamo fatto tutto con uno spirito costruttivo e sinceramente vedo molto difficile individuare delle responsabilità o dei ritardi in capo al nostro Governo perché le date sono un’indicazione molto chiara in questa direzione".
Sulla famosa terza rata, era da aprile che si sarebbe dovuta sbloccare ad ore... adesso siamo a fine giugno e Fitto continua a dire che si sbloccherà ad ore. Dice che il Governo è entrato in carica a fine ottobre e non ha avuto abbastanza tempo per occuparsi del Pnrr, ma invece di proseguire nel piano di attuazione per come era stato impostato, Fitto e Meloni ne hanno cambiato la governance, ne hanno ridefinito (limitandoli) i metodi di controllo e vogliono cambiarne gli obiettivi, salvo non aver presentato all'Europa alcun documento in proposito, cosa che dovrebbe fare entro il 30 giugno per dar modo alla Commissione Ue di valutarlo, discuterlo e approvarlo entro il 30 agosto.
Non soddisfatto della fuffa espressa, Fitto ha poi proseguito parlando della quarta rata:
"La seconda considerazione che emerge in alcune mozioni presentate, che rappresenta anche una posizione critica nei confronti del Governo, è quella relativa alla quarta rata, che scade il 30 giugno di quest’anno e che prevede 27 obiettivi. Alcuni di questi sono obiettivi non raggiungibili così come definiti precedentemente ma, anche qui, penso sia utile sottolineare che anche se alcuni dei 27 obiettivi indicati - farò alcuni esempi specifici - non erano e non sono raggiungibili, questo non ha creato un problema nel rapporto tra Governo e Commissione, anzi ha aperto una fase di confronto che ha portato ad un percorso distaccato dalla valutazione complessiva delle modifiche del Piano, che porterà alla definizione, al cambio di alcuni dei 27 obiettivi per avere la possibilità di raggiungere i risultati indicati nella fase di assessment successiva al 30 giugno. Anche sotto questo aspetto vorrei fare solo due esempi per rendere chiaro il senso delle questioni. Il primo è collegato al tema degli asili, che spesso è utilizzato nel dibattito politico: quando il Governo, nel confronto con la Commissione europea, si prefigge lo scopo di modificare l’obiettivo intermedio del 30 giugno, lo fa per raggiungere il risultato finale rispetto ad una serie di questioni di carattere tecnico che, nella relazione semestrale, sono indicate in modo puntuale e saranno oggetto del successivo dibattito che sicuramente spiegherà in modo molto chiaro quali sono le ragioni per le quali il target e gli obiettivi da raggiungere hanno delle difficoltà. La proposta di modifica dell’obiettivo intermedio non è finalizzata a far saltare l’obiettivo finale, ma è esattamente il contrario: la proposta è finalizzata a raggiungere l’obiettivo finale, modificando un obiettivo intermedio ed entrando nel dettaglio sulla lungaggine dei bandi precedenti, su alcune interpretazioni e principi di ammissibilità di progetti che - come è noto e come è emerso anche sulla terza rata - in alcuni casi hanno visto una posizione differente da parte della Commissione europea".
Fitto ha concluso il suo intervento, parlando di politiche di coesione:
"Ora, noi abbiamo bisogno di intervenire in questa direzione, argomentando in modo chiaro e, soprattutto, coordinando queste politiche di intervento, anche in linea con le dichiarazioni e le indicazioni che emergono dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo. Siamo convinti, anche alla luce del confronto con la Commissione europea e con diversi commissari europei, visto che siamo anche nella fase di modifica del quadro finanziario pluriennale - un altro aspetto molto importante - e ricordando che ci apprestiamo ad entrare in una stagione politica diversa rispetto a quella che abbiamo conosciuto, perché torneranno comunque, al di là di come la si pensi, le regole del Patto di stabilità, che sia quanto mai necessario avere un quadro d’insieme complessivo per poter utilizzare al meglio queste risorse".
Fitto è intervenuto alla Camera sul Pnrr in relazione a delle mozioni presentate da alcuni gruppi parlamentari ma, come da lui stesso ammesso, dovrà presentarsi ancora, dopo i numerosi inviti che gli sono stati da tempo rivolti, per illustrare lo stato dell'arte del Pnrr: quanto è stato attuato del piano dall'attuale governo, in che direzione vanno le modifiche e come queste devono essere fatte.
Ma si capisce bene l'imbarazzo di Fitto già solo nel dover rispondere a delle mozioni, figuriamoci nel fare un resoconto dettagliato di ciò che finora lui e Meloni non hanno fatto.
Il Governo continua ad alzare polveroni su temi politici assurdi per distrarre l'opinione pubblica dal fatto che non è in grado di spendere 200 miliardi che l'Europa ha assegnato all'Italia. Questo è ciò che sta accadendo. E questo è ciò che Meloni e Fitto vogliono nascondere.