Chi tra i due possibili prossimi vicepresidenti Usa sia stato il più credibile e convincente nel dibattito che si è svolto nella serata di ieri (nella notte in Italia) tra la dem Kamala Harris e il repubblicano Mike Pence lo diranno i sondaggisti nelle prossime ore. Quello che comunque è certo è che stavolta, non essendoci Trump, il dibattito si è svolto nella maniera in cui sempre si sono svolti in passato eventi simili.

Di questi tempi, con un presidente che ha trasformato il suo incarico nella parodia di un reality tv, è già comunque un grande passo avanti.

La Harris ha cercato di far ruotare tutto il dibattito sulla pandemia e sul modo in cui l'amministrazione Trump ha affrontato tale emergenza, da lei definita il più grande fallimento di qualsiasi amministrazione presidenziale nella storia della nazione.

Pence, da parte sua, ha cercato di ribaltare le accuse, in parte indicando le poche misure di buon senso prese ed in parte stravolgendo la realtà, cercando di far credere a chi stava assistendo al dibattito che la risposta al coronavirus dell'amministrazione Trump sia stata all'altezza della situazione, fino ad arrivare ad affermare che l'attuale presidente ha coordinato "la più grande mobilitazione nazionale dalla seconda guerra mondiale", paragonando le misure di Trump come più o meno simili a quelle che ha suggerito Biden!

Pence ha poi recuperato terreno quando il dibattito si è spostato sulla questione relativa alla nomina del nuovo giudice alla Corte Suprema (di cui oggi al Senato inizieranno le prime schermaglie) mettendo l'accento sul fatto che la prossima amministrazione dem sarebbe intenzionata ad allargare a più di nove il numero attuale dei giudici della Corte: un'idea che sarebbe gradita ad una buona parte degli elettori dem, ma su cui Biden non ha ancora preso una decisione. Chiedendo quali sarebbero state le intenzioni di Biden in proposito, la Harris non ha risposto, cercando poi di mettere a sua volta in difficoltà l'avversario chiedendogli perché dei tre giudici nominati alla Corte Suprema da Trump nessuno fosse una persona di colore.

L'ultima parte del dibattito la riguardato il dopo elezioni, con la moderatrice che ha chiesto a Pence se Trump avrebbe concesso la vittoria a Biden in caso il risultato delle urne gli sia sfavorevole. Pence non ha risposto in maniera diretta alla domanda, dicendosi solo fiducioso sul fatto che gli Stati Uniti avrebbero avuto un'elezione libera e corretta.

Una curiosità ha attirato l'attenzione degli spettatori durante il faccia a faccia: la mosca che si è posata sui capelli di Pence rimanendo lì per un paio di minuti, proprio mentre il vicepresidente elogiava il comportamento della polizia e delle forze dell'ordine.

Una strana coincidenza.