Aveva scarsi 22 anni e gli volevano spezzare la caviglia ad ogni partita. Quanti colpi ricevette in quegli anni, quanti macellai frustrati per il genio di Maradona lo colpirono “a morte”. Come poteva un calciatore anni '80-'90 avere una lunga carriera come Messi o Mpappe oggi? Era impossibile. Vogliamo ricordarci di Van Basten, Baggio? Avevano le gambe con cicatrici e chiodi, anestetizzate al dolore, ricucite un sacco di volte.
Diego in Spagna subí una autentica caccia all'uomo con falli ed interventi sulle sue gambe da radiazione e codice penale.
La Storia finí male in un Barcellona - Athletic Bilbao. Settembre 1983, il basco Andoni Goichoechea interviene sulla caviglia di Diego. Gli entra in spaccata sulla sinistra. Il pallone non lo considera neanche, va a colpire la gamba sinistra di Diego, quella del piede di appoggio sul terreno in quell'istante. 
Gli spacca tutto. Malleolo, perone distaccato, legamenti rotti.
Andoni sarà squalificato sei mesi, poi per 12 giornate, poi ridotte a 9, poi ancora meno. 

La carriera di Maradona, intanto, è in pericolo. Lo operano. Dicono che forse non potrà più giocare. Invece torna dopo 5 mesi. La caviglia sinistra, quella che governa il suo magico piede mancino, avrà per sempre una riduzione al 75% della movibilità. Tecnicamente Diego era un invalido. Eppure faceva quello che pareva impossibile fare con una sfera di calcio al piede. La caviglia gli ha sempre fatto male. Prendete voi una banale storta e la caviglia vi dorrà per sei mesi. Lui ci ha giocato per venti anni sopra. Calcio dopo calcio, partita dopo partita, spesso i difensori vi entravano lí proprio per fargli male. E lui non ha mai reagito.
Gli ho visto avere quella caviglia gonfia come un melone il giorno prima della partita, per poi essere regolarmente in campo.
Quel dolore incessante ad ogni passo, solo addormentato dal cortisone, gli ha provocato una postura anomala. Ed infatti ha sofferto sempre di lombalgia alla schiena, obbligandosi a massaggi e trattamenti fisioterapici spesso massacranti. E cortisone, ancora cortisone.
E quell'infortunio, quella paura di non tornare più, in una città ostile ai "Sudaca" sudamericani come lo era lui in una città identitaria ma selettiva e potente come Barcellona, lo portó a conoscere la solitudine, lo spaesamento, la confusione, il vizio, la droga. Quella che gli rovinerà definitivamente la vita.
Andoni Goichoechea lo aspettava al varco. Nella finale di Coppa del Re, c'erano ancora Athletic Bilbao e Barcellona ancora di fronte.
Maradona lo guarda negli occhi, cerca un gesto di scuse, di distensione magari. Nulla. Anzi il basco gli entra ancora su quella caviglia, ancora per fargli male. Diego sente il pericolo ed alza la gamba in tempo. Si salva. Ma a fine partita gli salta il tappo. Reagisce, Andoni Goichiechea gli molla un pugno, lui un calcio, ne nasce una rissa che coinvolge tutti sotto gli occhi del Re Juan Carlos. Verranno squalificati in molti, lui compreso. Sarà la molla che convincerà definitivamente Diego a lasciare la Spagna. Ed arriverà il Napoli.
Il resto della storia la conoscono tutti.

Vedendolo al Napoli, oppure nella versione "Barrillete cosmico" seminare chiunque sui campi da calcio messicani, nessuno immaginerebbe un piede con un handicap del 25% di movibilità ed una schiena dolente e storta. 
Eppure nonostante la caviglia distrutta, la schiena, i falli, le ginocchia stanche, gli insulti di cui era fatto oggetto in qualunque stadio che non fosse Argentino o quello di Napoli, nonostante i falli duri e non sanzionati come oggi, nonostante la droga, Maradona è stato tra i migliori tre giocatori di sempre.
Io dico il migliore di sempre e per distacco.
Ma c'è un dubbio legato alle valutazioni personali di ognuno che posso anche rispettare.
Se avesse avuto il riguardo usato per lui come è stato fatto per Pelé o Messi, credeteci, non ci sarebbe stata partita. Nessuna opinione, numero e statistica avrebbero potuto smentire che sia stato il migliore di sempre.
Se un Maradona azzoppato per moltissimi è stato il migliore di sempre, se fosse stato sano sarebbe stato un alieno.

Ma poi si dice.. "Eh il Maradona calciatore sì, ma come uomo... ".
Bene, il basco Andoni Goichiechea per quel che ho narrato è colui che gli avrebbe rovinato la vita. 
È il 1992. Sono passati nove anni.
Diego ne ha vissute tante e ne ha passate tante.

È tornato dopo una squalifica di un anno. Dopo otto anni non è più del Napoli. Gioca nel Siviglia.
C'è Athletic Bilbao - Siviglia.
Riceve una telefonata. È Andoni. Già da qualche anno si è ritirato dal Calcio giocato.
Uno che ti ha sostanzialmente rovinato la vita ti chiama. Voi che fareste? Io gli avrei sbattuto il telefono giù, magari mandandolo prima al Diavolo.
Ed eccoli, invece, Diego ed Andoni 9 anni dopo.
Ad un tavolino, con un caffè. Diego con un sorriso sereno. Andoni ne abbozza uno ma visibilmente tirato. 
L'umanità del Diez in un incontro senza rancore tutto dimenticato.
E poi parlano di Diego come uomo....