Esteri

Finalmente la CPI avvia un'indagine su possibili crimini commessi a Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza

Today, I confirm the initiation by the Office of the Prosecutor of the International Criminal Court of an investigation respecting the Situation in Palestine. ...

Così inizia la dichiarazione del procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI), Fatou Bensouda (nella foto in alto), in merito all'avvio di un'indagine sulla situazione in Palestina per presunti crimini commessi a Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza.

"L'indagine - ha dichiarato Fatou Bensouda - riguarderà i reati di competenza della Corte che si presume siano stati commessi dal 13 giugno 2014, data a cui si fa riferimento nell'atto di denuncia al mio Ufficio.Il modo in cui la CPI definirà le priorità relative all'indagine sarà determinato a tempo debito, alla luce delle sfide operative che dovremo affrontare a causa della pandemia, delle risorse limitate di cui disponiamo e del nostro pesante carico di lavoro attuale. Tali sfide, tuttavia, per quanto ardue e complesse siano, non possono impedirci di adempiere definitivamente alle responsabilità che lo Statuto di Roma attribuisce all'Ufficio.Ai sensi dello Statuto di Roma, se uno Stato Parte (della CPI, ndr) ne ha denunciato una possibile violazione all'Ufficio del Procuratore e viene stabilito che esiste una base ragionevole per avviare un'indagine, l'Ufficio è obbligato ad agire. ... Qualsiasi indagine svolta dall'Ufficio sarà condotta in modo indipendente, imparziale e obiettivo, senza timori o favori. Lo Statuto di Roma obbliga l'Ufficio, al fine di stabilire la verità, ad estendere le sue indagini a tutti i fatti e le prove rilevanti per una valutazione dell'esistenza di responsabilità penale individuale ai sensi dello Statuto e, così facendo, a indagare su circostanze incriminanti ed esoneranti ugualmente.La decisione di aprire un'indagine ha fatto seguito a un minuzioso esame preliminare intrapreso dal mio ufficio che è durato quasi cinque anni. Durante quel periodo, e in conformità con la nostra normale pratica, l'Ufficio si è impegnato con un'ampia gamma di parti interessate, anche in riunioni regolari e produttive con i rappresentanti dei governi di Palestina e Israele.Sulla base delle nostre deliberazioni, sapevamo che una questione che avremmo dovuto risolvere era relativa all'ambito territoriale della giurisdizione della Corte nella situazione in Palestina. Per questo abbiamo intrapreso, in qualità di Procura competente, la fase propedeutica alla ricerca di una sentenza sulla questione, perché per noi era importante fare chiarezza in via preliminare, in modo da tracciare una base solida e giudicata giudizialmente.Il 20 dicembre 2019, quindi, consapevole delle complesse e nuove problematiche emerse in questa Situazione, ho annunciato che avrei presentato una richiesta ai Giudici della Sezione preliminare per una sentenza di chiarimento relativa all'ambito territoriale della giurisdizione della Corte sulla situazione della Palestina. Nella nostra richiesta, datata 22 gennaio 2020 , l'Ufficio ha esposto la sua posizione giuridica, ma ha incoraggiato la Camera ad ascoltare le opinioni e le argomentazioni di tutte le parti interessate prima di decidere la specifica questione giurisdizionale dinanzi ad essa. La Camera lo ha fatto ascoltando tutti i pareri.La Camera ha deciso, a maggioranza, che la Corte possa esercitare la sua giurisdizione penale in Palestina e che l'ambito territoriale di questa giurisdizione si estenda a Gaza e alla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Nella sua sentenza a maggioranza, la Camera ha sottolineato che non stava determinando se la Palestina soddisfaceva i requisiti di statualità secondo il diritto internazionale, o giudicando una controversia sui confini, o pregiudicando la questione di eventuali confini futuri; si trattava unicamente di determinare l'ambito di competenza territoriale della Corte ai fini dello Statuto di Roma, come richiesto. Tali questioni, che la Camera non ha deciso e su cui il mio Ufficio non ha preso posizione, restano da definire nelle discussioni bilaterali tra le autorità israeliane e palestinesi nel contesto di un accordo negoziato.Dopo aver valutato le proposte di Stati, organizzazioni internazionali e altri soggetti interessati, la Camera è stata per il resto unanime nel suo parere che la Palestina è uno Stato parte dello Statuto di Roma. La maggioranza ha anche stabilito che la denuncia presentata da parte della Palestina obbligava l'Ufficio ad aprire un'indagine, avendo l'Ufficio stabilito che esisteva una base ragionevole per farlo in conformità con i criteri dello Statuto di Roma.Vista la reazione, sia positiva che negativa, che ha salutato la sentenza della Camera, è opportuno riportare un po 'di ragione ed equilibrio alla discussione. Nella loro sentenza, i giudici non hanno inserito alcuna conclusione sui presunti crimini individuati dall'Ufficio, ritenevano solo che abbiamo la competenza per indagare su di essi. Anche su alcune questioni di competenza, la maggioranza della Camera ha scelto di rinviare a un procedimento successivo la sua considerazione di eventuali ulteriori argomenti che potrebbero essere sollevati. ...


A Ramallah, il ministero degli Esteri palestinese ha diffuso una nota in cui esprime la propria soddisfazione per la decisione della CPI, definendola "un passo tanto atteso che serve alla ricerca instancabile della giustizia e della responsabilità della Palestina, che sono pilastri indispensabili della pace che il popolo palestinese cerca e merita.Lo Stato di Palestina ricorda al Procuratore e agli Stati Parti che i crimini commessi dai funzionari della Potenza occupante contro il popolo palestinese sono continui, sistematici e diffusi. In conformità con gli obiettivi e il mandato dello Statuto di Roma, ciò richiede una particolare urgenza di concludere prontamente le indagini su questi crimini, per garantire la responsabilità, promuovere la deterrenza e salvare vite umane".


Israele invece, diciamo così, non l'ha presa bene. Questa la dichiarazione del primo ministro Benjamin Netanyahu che, come abitudine di Israele, la butta sull'antisemitismo e sui crimini commessi dai nazisti, andando ben oltre il limite della più sfacciata provocazione:

"La decisione della Corte internazionale di aprire oggi un'indagine contro Israele per crimini di guerra è assurda. È un antisemitismo puro e l'apice dell'ipocrisia.Senza alcuna giurisdizione, ha deciso che i nostri coraggiosi soldati, che prendono ogni precauzione per evitare vittime civili contro i peggiori terroristi del mondo che prendono deliberatamente di mira i civili, sono i nostri soldati a essere criminali di guerra. Hanno detto che quando costruiamo una casa nella nostra eterna capitale Gerusalemme, è la nostra capitale da 3000 anni, anche questo è un crimine di guerra.Questa Corte, istituita per impedire il ripetersi degli orribili crimini nazisti commessi contro il popolo ebraico, ora punta le sue armi contro l'unico e solo stato del popolo ebraico. Sta prendendo di mira Israele, l'unica democrazia del Medio Oriente. Ma ovviamente chiude un occhio sull'Iran, la Siria e le altre dittature che stanno commettendo veri crimini di guerra a destra e a manca.Non smetteremo mai di combattere questa ingiustizia. Diremo la verità in ogni occasione, in ogni paese, in ogni fase fino a quando questa decisione oltraggiosa non sarà revocata e diventerà nulla".

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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