L'ex presidente della Bolivia, Jeanine Áñez, insieme ad alcuni dei suoi ex ministri, è stata stata arrestata con l'accusa di aver organizzato nel 2019 un colpo di Stato contro l'allora presidente Evo Morales.
Morales, al tempo, si dimise dalla carica di presidente e fu costretto a fuggire dalla Bolivia a seguito delle accuse di brogli elettorali e di violente proteste di piazza alimentate dalle opposizioni.
La Áñez ha dichiarato di essere vittima di una vendetta politica da parte del Mas, il partito socialista cui appartiene Evo Morales, che è tornato al potere dopo aver ottenuto una schiacciante vittoria alle elezioni presidenziali e a quelle del Congresso nell'ottobre dello scorso anno, aprendo la strada al rientro di Morales in Bolivia.
Dopo la fuga di Morales, Jeanine Áñez era divenuta presidente ad interim in quanto membro anziano del Senato, ma per il Mas avrebbe agito con polizia e militari allo scopo di rovesciare Morales.
Dopo esser stata tratta in arresto nella città di Trinidad, secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Interno Carlos del Castillo, la Áñez è stata poi trasferita in aereo a La Paz.
La sig.ra Áñez, in precedenza, aveva twittato che la persecuzione politica era iniziata, annunciando che era stata incriminata con le accuse di terrorismo, sedizione e cospirazione. Tratti in arresto anche l'ex ministro dell'Energia Rodrigo Guzman e l'ex ministro della Giustizia Alvaro Coimbra.
Così Morales ha commentato l'azione della magistratura...
Por justicia y verdad para las 36 víctimas fatales, los más de 800 heridos y más de 1.500 detenidos ilegalmente en el golpe de Estado. Que se investigue y sancione a los autores y cómplices de la dictadura que saqueó la economía y atentó contra la vida y la democracia en Bolivia.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) March 13, 2021