Nella seduta di giovedì 8 febbraio, nell'Aula di Montecitorio si è svolta l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, sulla vicenda di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria.
"... Il nostro Governo, quindi, continuerà a lavorare, magari senza clamore, ma con impegno e determinazione per difendere la dignità e i diritti di Ilaria Salis e di tutti i detenuti italiani all'estero, 2.405 persone", ha concluso il suo intervento Tajani.
Successivamente, è seguito un dibattito cui ha partecipato un oratore per gruppo. Queste le dichiarazioni a commento del ministro del dem Andrea Orlando e del 5 stelle Riccardo Ricciardi.
ANDREA ORLANDO (PD-IDP):
Signor Ministro, lei sa e sapeva, entrando in quest'Aula, che il giudizio sulla sua informativa sarebbe dipeso dalla possibilità di pronunciare una frase relativamente semplice: “Abbiamo fatto tutto quello che si poteva”. Lei questa frase non l'ha pronunciata ed ha fatto bene, perché sarebbe stata una menzogna.
Lei, con la sua relazione, ci ha confermato oggi che il Governo italiano ha trattato in modo ordinario una vicenda che ha caratteri straordinari. Lei ha fatto un lungo elenco, passando per la dieta e le lenzuola, di attività che ordinariamente le ambasciate svolgono, ma Ilaria Salis è ristretta nelle carceri ungheresi da un anno e lei sa, come me, che il nostro ordinamento prevede una pena in concreto per il reato che lei ha contestato, più o meno, della durata che è già stata scontata per la carcerazione preventiva. La Salis ne rischia 10.
Nel corso di quest'anno, l'attività politico-diplomatica, finalizzata ad evitare a una nostra concittadina trattamenti disumani e degradanti, è stata - la sua relazione lo conferma - praticamente nulla. Eppure, lei, persino meglio di me - mi spiego, Ministro -, sa quanta dell'attività dei vertici delle ambasciate, quanta parte degli speech formali e informali, durante gli incontri delle nostre autorità di Governo con quelle degli altri Paesi, siano dedicate ad assicurare ai nostri compatrioti, persino a quelli condannati, standard che sono garantiti dalle Carte internazionali a tutela della persona. E questo, soprattutto, quando questi Paesi sono da considerarsi a rischio dal punto di vista del pieno rispetto dello Stato di diritto, com'è nel caso dell'Ungheria. È un'attività che si svolge non solo di fronte ad evidenti violazioni - come in questo caso -, ma anche, diciamo così, in prevenzione.
Lei ci ha detto che la prima discesa in campo di un'autorità politica in questa vicenda, il primo segnale dato da un'autorità politica in questa vicenda risale a poco più di una settimana fa. Un recluso in un Paese straniero vede fatalmente compresso il diritto alla difesa e vive moltiplicata la condizione di vulnerabilità - oltre le pareti fisiche, ci sono quelle dell'estraneità al contesto, della lingua, della distanza dalla propria famiglia - e, nonostante ci fossero tutte le ragioni per manifestare attenzione e per far sentire la presenza del nostro Paese, ripeto, nessuna azione concreta e simbolica si è registrata. E questa ignavia, signor Ministro, si è trascinata sino a questi giorni ed è proseguita in queste ore. Lei ha citato, entrando qui, Cesare Beccaria, ma mi sembra che sul vostro vessillo abbiate messo don Abbondio.
Alla famiglia tralascio la parentesi, immagino, di involontaria comicità, in cui ci parlava della difficoltà di adeguare l'ambasciata alla detenzione della Salis che girerebbe a frugare nei cassetti dell'ambasciatore. La tralascio perché non vi hanno chiesto questo, vi hanno chiesto di utilizzare la residenza privata dell'ambasciatore e non l'ambasciata.
Alla famiglia e all'avvocato, che vi chiedevano di farvi garanti dell'esecuzione delle misure cautelari in Italia o, almeno, di illustrare con una nota l'equipollenza degli istituti previsti dal nostro ordinamento, avete risposto negativamente, adducendo argomenti che sono stati, talvolta, puerili e, altre volte, grotteschi.
La Premier, dopo 5 minuti di colloquio con Orbán, ha certificato unilateralmente l'autonomia della magistratura ungherese. E, in base a questa affermazione, gli italiani sono stati sbeffeggiati dallo stesso Orbán che ha spiegato che lui poco o nulla può fare riguardo a questa vicenda.
Peccato che, proprio questo sia uno dei punti su cui si è aperto un contenzioso con l'Unione europea e che la Commissione di Venezia, che è emanazione del Consiglio d'Europa, organo al quale sia l'Italia che l'Ungheria aderiscono, abbia aspramente criticato la riforma giudiziaria approvata a Budapest nel 2012.
Sapete, onorevoli della destra, su cosa si regge l'autogoverno della magistratura magiara (e lo dico sperando di non fornirvi un'ispirazione)? Si regge su un magistrato nominato dal Parlamento a maggioranza semplice. Poiché quest'argomentazione forse non risultava sufficiente, è sceso in campo il Ministro Nordio, che ci ha spiegato che lui, da pubblico ministero, si sarebbe sentito contrariato nel caso di un richiamo di un'autorità al rispetto degli standard: nutrivamo già qualche perplessità sul Nordio Ministro, ma questa dichiarazione ci ha fatto anche sorgere qualche dubbio sul Nordio pubblico ministero. Perché un magistrato, aperto al dialogo tra le giurisdizioni, dovrebbe contrariarsi di fronte a un Paese che chiede garanzie ed offre, con spirito collaborativo, in base alla decisione quadro, soluzioni alternative rispetto a quelle già disposte, in grado, comunque, di garantire lo svolgimento del processo e poi eventualmente l'esecuzione della pena?
Infine, avvicinandosi il Carnevale, non poteva mancare il siparietto del Vicepresidente del Consiglio, l'onorevole Salvini, che, in qualità di autorità morale, non poteva risparmiarci una disquisizione sull'idoneità all'insegnamento dell'imputata. Capite, mentre i giudici a Budapest decidevano le misure cautelari per la Salis, gli stessi magistrati leggevano, dalle agenzie, che il numero 2 del Governo italiano stava celebrando, via social , il processo, definendo persino le pene accessorie e le inabilitazioni.
Ora io mi chiedo - e se lo chiedono in molti -: non conta niente il Paese teatro di questa vicenda? Non conta niente l'appartenenza politica di Orbán e quella della Salis? Ci sono le ragioni del diritto - e noi vogliamo siano garantite ad Ilaria Salis - e ci sono le ragioni del rispetto della CEDU, che l'Ungheria è accusata di disattendere e per questo vi esortiamo a riprendere l'iniziativa che non avete preso e noi saremo a collaborare.
Ma poi c'è la ragion di Stato, c'è l'interesse nazionale, c'è il prestigio dell'Italia. Togliamo da questa vicenda la nebbia prodotta dal miscuglio di vittimizzazione secondaria, faziosità politica e malafede, alimentata anche da certi organi di stampa che hanno prodotto un processo mediatico parallelo. Guardiamo con freddezza: voi pensate che gli Stati Uniti accetterebbero quasi in silenzio l'immagine di un loro concittadino portato in catene di fronte a un giudice, abbia questo occupato Capitol Hill o Wall Street? Pensate che lo farebbero la Francia, la Germania o l'Inghilterra?
Ma non capite che accettare supinamente quella foto significa esporre la nostra Patria al ridicolo e all'umiliazione? Un ridicolo che potrà ripetersi ancora molte volte se la vostra reazione non è forte e netta. No, non avete fatto il bene di Ilaria Salis e nemmeno quello dell'Italia.
RICCARDO RICCIARDI (M5S):
Un po' di contesto, perché noi viviamo in un Paese in cui il “Giorno dell'onore” che raduna i neonazisti di tutta Europa, quelli che volevano e vogliono gli ebrei nei campi di concentramento - perché il contesto del “Giorno dell'onore” è questo -, viene definito qui dentro una manifestazione politica.
Quindi, noi viviamo in un Paese dove, se critichi Netanyahu perché sta facendo 27.000 morti, ti danno dell'antisemita, ma se derubrichi a manifestazione politica il raduno mondiale dei neonazisti, lo puoi fare, da Ministro degli Affari esteri. Questo è il contesto.
Ministro, io penso di aver assistito a una delle pagine più vergognose da quando sono qui dentro. Onestamente, ho sentito un elenco di cose dovute, lei ha detto: ha voluto il cambio di cella, le hanno portato le lenzuola e così via.
Ricordo: 35 giorni senza assorbenti, senza alcuna cura, in mezzo a topi e scarafaggi, mangiando pane e salame marcio una volta al giorno; portata la prima volta in cella, già l'anno scorso, non oggi, legata mani e piedi, con degli stivali e dei tacchi a spillo, questo è stato dato a questa ragazza. E sentire dire che noi abbiamo fatto di tutto, perché ci ha chiesto il cambio delle lenzuola e gliele abbiamo portate, è una roba vergognosa. Lo ripeto, vergognosa! Io ho paura se all'estero, a difendermi, c'è un Ministro che ha questo atteggiamento.
Poi, sentiamo parlare senza alcun alcuna cognizione di causa della Hammerbande, che non sapete neanche cos'è, perché non esiste. Vi do una notizia: in Ungheria non c'entra niente la Hammerbande. La Hammerbande si riferisce a una costruzione giornalistica di fatti avvenuti in Germania tra il 2014 e il 2020, con delle condanne che ci sono state, e nelle 800 pagine del processo Ilaria Salis non c'è, non esiste. Quello che è accaduto in Ungheria non c'entra niente con la Hammerbande che, ribadisco, voi non sapete neanche cos'è. Ma permea, purtroppo, lo dobbiamo dire, dai banchi della maggioranza e nei commenti di giornali e dei media di centrodestra, la sensazione che quella zecca comunista un po' due botte se le merita, in galera.
Permea questa roba. Permea nei vostri discorsi, permea nel vostro atteggiamento, perché sentir dire che noi ci attiviamo, perché, forse, vota a sinistra, è una roba, anche questa, che non sta né in cielo né in terra. E, poi, sentiamo parlare di garantismo quando un giornale pubblica un'intercettazione riguardante un ladro che ruba soldi pubblici; se viene pubblicata l'intercettazione e si dice “guardate, questo ha rubato”, in quest'Aula si comincia a dire: non viene garantita la libertà delle persone, è una vergogna nei confronti dei diritti degli esseri umani. Mentre una ragazza può stare 35 giorni in isolamento, 23 ore su 24, 8 mesi senza avere un contatto con la propria famiglia, i propri legali e senza avere i verbali delle accuse per cui sta in galera. E si sente dire: beh, in effetti, però, è la giurisdizione ungherese e non possiamo andare contro la giurisdizione ungherese. Ma con quale faccia? Lo ripeto: con quale faccia, che in Italia, prima di dire a una persona che è un ladro, lo dovete beccare con la refurtiva in mano? Mentre qui si cominciano a fare tutti i distinguo del mondo; fate tutti i distinguo del mondo!
Lo spettacolo che ha dato la classe politica in queste settimane è stato allucinante: da quello che ha detto il Vice Premier Salvini alla Lega che tira fuori un video in cui Ilaria Salis avrebbe aggredito un gazebo a Monza, mentre in realtà è stata assolta per quella roba. È stata assolta! E questo da parte dei garantisti. E, Vice Ministro, un suo europarlamentare, Matteo Gazzini, su Instagram usa l'hashtag: #ilariasalisingalera; un suo europarlamentare di Forza Italia, ma di che cosa stiamo parlando?
Ma siete patrioti di che?
E lei, che ci viene a fare l'elenco di quello che ha fatto per un anno, il 30 gennaio ha detto: non avevamo notizie di trattamenti di detenzione particolari. Lei ce l'ha detto, Ministro, e oggi ci viene a dire che, invece, eravate informati. Allora, quando ce l'ha detta, la bugia, Ministro, il 30 gennaio od oggi ? Quando ce l'ha detta? Perché se lei ne era a conoscenza - come ne era a conoscenza, da quello che ci ha detto oggi - non poteva dire, il 30 gennaio, una roba del genere; non poteva proprio dirla.
Quello che sta accadendo a Ilaria Salis in Ungheria è un processo politico di un regime che ha tollerato una manifestazione di neonazisti e continua a tollerarla, nei confronti di una persona che la pensa diversamente; è un processo politico, nient'altro. E voi, come politica, accogliete il Presidente di questa Nazione nella famiglia del partito della Presidente del Consiglio e non potete e non avete il coraggio, politicamente, di affrontare un Paese che opera in una situazione del genere.
In tutto ciò, la grande assente è l'Europa, perché io sento che l'Europa fa dei richiami quando un ambulante vuole una concessione - gli ambulanti non possono avere le concessioni ed ecco l'Europa che interviene - mentre, su una ragazza trattata in questa maniera indegna, l'Europa tace bellamente e non dice nulla…
Veramente, oggi, abbiamo avuto la riprova, ahimè, che purtroppo per i destini di queste persone non c'è un Governo che fa gli interessi dell'Italia e che fa gli interessi delle italiane e degli italiani".