Roman Bondarenko, 31 anni, giovedì scorso è morto in un ospedale di Minsk in seguito alle conseguenze di un pestaggio da parte delle forze di sicurezza bielorusse. 

Questo è quanto sostenuto dalle forze che si oppongono a Lukashenko, scese nuovamente in strada domenica per manifestare per lui oltre che per chiedere le dimissioni del presidente bielorusso in carica da oltre un quarto di secolo e rieletto in seguito ad un'elezione farsa... in questo caso realmente truccata!

Ed anche domenica, le migliaia di manifestanti scesi in strada hanno dovuto fare i conti con la polizia che ha usato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate assordanti per disperderli.

Non solo. La polizia è intervenuta anche nel luogo in cui i manifestanti avevano posato foto, fiori, candele votive e bandiere per commemorare il giovane ucciso... tutto è stato spazzato via e distrutto. 

Svetlana Tsikhanouskaya, la leader dell'opposizione fuggita in Lituania dopo le elezioni, e l'Unione Europea hanno accusato della morte di Bondarenko le autorità bielorusse che, a loro volta, l'hanno attribuita alle conseguenza di una rissa.

A fine giornata, la polizia - secondo la ong Viasna (Primavera) - avrebbe arrestato 504 persone tra i manifestanti che hanno protestato non solo a Minsk, ma anche nel resto del Paese, portando a 25mila il numero di detenuti politici in seguito alle manifestazioni iniziate a metà agosto.