La volontà di cancellare la riserva naturale del Borsacchio, in Abruzzo, per dare il via ad una cementificazione selvaggia è uno scempio targato Marsilio.A 5 giorni dalle elezioni, con un emendamento approvato a notte fonda la destra toglie il vincolo paesaggistico a 976 ettari (su 1100) di una delle riserve naturali più importanti della Regione e del Paese. Un regalo agli speculatori, fatto con “il favore delle tenebre” e senza nessun passaggio preliminare.L’ufficio legislativo del Ministero della Cultura ha dichiarato l’incostituzionalità del provvedimento, ma la legge non può cambiare perché la Regione è in prorogatio. Dunque? Potrebbe intervenire Meloni, impugnando la legge. Sta a lei decidere se sconfessare il suo governatore e fare una cosa giusta per gli abruzzesi, oppure far finta di nulla e avallare questa vergogna.  (Partito Democratico)

Ma guarda! Di questo, casualmente, Meloni non ha fatto cenno ieri dal palco di Pescara, dove insieme a tutti o quasi i leader dello schieramento di destra-centro (Salvini si è dato alla fuga dopo il suo intervento, disertando la comparsata finale sul palco) ha concluso la campagna elettorale pro Marco Marsilio, presidente uscente di FdI, candidatosi ad un secondo mandato alle elezioni regionali che avranno luogo domenica prossima.

Ma in fondo non è un caso, perché Meloni ha parlato ben poco di Abruzzo e di cose fatte, riempiendo il suo discorso con la solita retorica dell'underdog, che lei ha esteso pure al partito, dimenticando che ormai è al governo della nazione da un anno e mezzo, dopo aver applicato un metodico spoils system in tutti i posti ritenuti imprescindibili gangli del potere.

Però la premier non sì è dimenticata di ricordare gli 1,2 miliardi assegnati pochi giorni fa alla regione come fondi di coesione, anche se poi è stata costretta a giustificarsi di aver dirottato i fondi per l'Alta Velocità Roma - Pescara (previsti dal Pnrr) con un non avremmo potuto spenderli,  finanziandone last minute due soli lotti, per circa 720 milioni, mentre l'infrastruttura costerà circa 8 miliardi! Ancor più indietro i lavori per la terza corsia del tratto abruzzese dell'A14, ma in questo caso è stato sufficiente dar la colpa all'ex ministra Paola De Micheli (Pd).

E per il resto? Per il resto si è "limitata" ad inveire contro gli avversari (vestendo i panni di leader dell'opposizione, nonostante da presidente del Consiglio rappresenti tutti gli italiani), raccomandandosi agli abruzzesi di non lasciarla in  mutande (si fa per dire), tradendola con il voto al candidato delle opposizioni, Luciano D'Amico.

La situazione in Abruzzo, dopo il voto in Sardegna, non lascia tranquilla la maggioranza (post) fascista. Le opposizioni sono riunite a sostegno di un unico candidato e nell'ultimo sondaggio disponibile, il divario tra i due schieramenti (in Abruzzo non c'è il voto disgiunto) era meno che abissale. Se Meloni dovesse perdere anche domenica, è chiaro che i riflessi nella maggioranza di governo si farebbero sentire, anche in vista delle europee.