La Società Italiana di Sociologia, in ambito nazionale, 
ha inviato una proposta al Ministro dell’Istruzione Bianchi

Gloria Mazzeo: La So.I.S. evidenzia la necessità della figura del Sociologo per supportare Scuola e Famiglia

ROMA – Come già espresso da alcuni miei illustri Colleghi in realtà regionali diverse, in linea col Direttivo Nazionale So.I.S. nella persona della Presidente Nazionale Prof.ssa Patrizia Magnante, vorrei condividere una riflessione seppur sintetica che mi vede coinvolta non solo come professionista Sociologa responsabile della So.I.S. Lazio, ma come genitore, in merito alla necessità di introdurre la figure del Sociologo all’interno della Scuola per supportarla e favorire il dialogo con la Famiglia, in particolar modo in questo momento storico che ha favorito l’emergere di alcuni aspetti di criticità che non possono e non dovrebbero essere ignorati. 

Il Direttivo So.I.S. con lettera al Ministro dell’Istruzione Prof. P. Bianchi, in data 24 gennaio u.s., ha sentito il dovere professionale di sottolineare quanto la cultura sociologica, per sua natura interdisciplinare, possa essere un valore aggiunto all’interno dell’Istituzione Scolastica per individuare le varie esigenze che le singole componenti del Sistema presentano nella loro complessità, oltre la difficoltà oggettiva alla quale l’emergenza COVID l’ha posta.

E’ sotto gli occhi di tutti ormai quanto la Pandemia abbia travolto e stravolto le abitudini quotidiane: gesti che prima erano scontati, come un abbraccio o un saluto tra compagni di classe sono diventati automatismi da tenere sotto controllo, per evitare il contagio, per evitare il peggio. Così a Scuola, così in Famiglia: separazioni logistiche a salvaguardia della Salute hanno creato distanze non solo fisica, ma emotive. 

Ciò che non si era previsto, per mancanza di studi longitudinali specifici, ponendo l’accento soltanto su “alcuni” aspetti della Salute, tralasciando i molteplici del benessere ad essa collegati, sta presentando il conto, ed è un conto salato.

L’ingresso nelle nostre vite della tecnologia in ogni ambito ha sostituito di fatto i rapporti interpersonali e allora parole come smart working, DAD, remoto, hotspot, solo per citarne alcune, sono divenute il luogo dello spazio fisico di incontro, uno spazio privato che diviene pubblico (la casa che diviene ufficio, una cameretta – nella migliore delle ipotesi – che diviene aula), ma “privato” della sua essenza, cioè la vicinanza emotiva di cui l’Essere Umano, in quanto “animale sociale” si nutre: la socializzazione.

E se togliamo il nutrimento ad un essere vivente, cosa accade? 

Semplicemente muore, ma di una morte non solo fisica, se il nutrimento non è cibo per lo stomaco, ma stimolo per la mente. 

Incombono effetti pandemici in ambito sociale che aggravano le già pre-esistenti differenze sociali o le dinamiche giovanili esposte a devianza, si pensi al bullismo o al cyberbulismo; una guerra tra poveri in cui chi non si allinea con le direttive esercitando di fatto un libero arbitrio Costituzionalmente riconosciuto, viene messo a margine. Ciò accade nel mondo adulto in ambito lavorativo e professionale, così e ancor peggio nelle Scuole, in cui di fatto il vaccino, ad esempio, diviene elemento di discrimine in un contesto in cui lo scopo primario è quello aggregativo. 

Un paradosso che sarebbe potuto essere forse previsto, “ammorbidito” in qualche modo per evitare sofferenze aggiuntive alle già difficilissime condizioni alle quali la Pandemia ci ha posti. 

Non voglio entrare assolutamente nel merito della scelta individuale, ma la Sociologia ha strumenti che permettono la valutazione in termini (anche) di previsione di cosa e come può mutare lo scenario, può supportare Famiglie e Studenti nel processo educativo travalicando la sfera meramente cognitiva.

Nessuno ha considerato, ad esempio, nel momento più duro del lock down, cosa sarebbe successo a chi convive con un carnefice, e infatti sono impennati i dati della violenza domestica e le chiamate al 1522 (dati ISTAT disponibili sul sito).

Nessuno si è domandato come la gestione del vaccino per i bambini di genitori separati sia occasione, ulteriore purtroppo, di scontro tra adulti che ne fanno un braccio di ferro personale. Eppure, i dati sono evidenti e la popolazione di separati e divorziati in Italia è notevole (nel 2015 – divorzi 82.469 (+57% sul 2014), separazioni 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). Il trend è fortemente in crescita da correlare alla Pandemia per effetto della convivenza forzata e ciò che ne deriva. 

Sebbene la Giurisprudenza si sia pronunciata in merito, non può essere soltanto nel Diritto la chiave di lettura di un mondo sociale, la cui realtà è spesso scollegata alle norme sancite che sono di difficile applicabilità. 

Qualcuno si è reso conto che i nostri giovani adesso non escono di casa per scelta? Che gli “Hikikomiri” esistono? Che i nostri “analfabeti digitali” rischiano di non essere più in grado di saper vivere una relazione equilibrata ed un confronto costruttivo con l’Altro senza rischiare di compromette i molteplici aspetti della loro Personalità?

Ci sono valori intramontabili che passano necessariamente per le Agenzie di socializzazione primaria, Famiglia e Scuola, indipendentemente dal momento storico pandemico, che in uno stato di forte criticità come quello che stiamo vivendo da due anni a questa parte, hanno necessariamente bisogno di un supporto professionale che proprio il Sociologo può, anche attraverso un lavoro di équipe, apportare facilitando le relazioni all’interno delle due realtà e tra le due realtà in causa.

I nostri giovani hanno Diritto allo Studio, così come alla Libertà, così come alla Salute, ma non andrebbe mai dimenticato quanto sia doveroso per la Società creare i presupposti affinché questo sia possibile. 

La Sociologia c’è e richiama ad una riflessione su quelli che potrebbero essere gli effetti post-pandemici nei prossimi anni ed il rischio di “immobilismo emotivo” che comprometterebbe di fatto l’intera Società: così come fatto presente al Ministro Prof. Bianchi, noi Sociologi siamo pronti a scendere in campo in occasione di questo “stravolgimento globale”, nel rispetto della nostra tradizione Sociologica, per supportare in modo permanente dall’interno dell’Istituzione scolastica i nostri giovani, le loro Famiglie e il Personale Docente, Attori principali del nostro divenire. 

Gloria Mazzeo
Sociologa, Referente So.I.S. Sez. Territoriale Lazio