Dopo aver ricevuto lunedì le delegazioni dei due partiti che dovrebbero formare il nuovo governo, Mattarella ha ricevuto, martedì, il Presidente della Camera Fico e la Presidente del Senato Alberti Casellati.

Il capo dello Stato, però, non ha ancora comunicato, nonostante la premura comunicata nei giorni scorsi, di aver convocato il premier per affidargli l'incarico di formare il governo... compito che in realtà richiederebbe solo di lasciar trascorrere alcune ore per presentare poi una lista già compilata da Salvini e Di Maio. Giusto per salvare le apparenze.

Difficile sapere se il ritardo di Mattarella sia dovuto a delle perplessità sul nome di Conte o a dei dubbi su alcuni nomi presenti nella lista dei ministri, probabilmente già anticipatagli. Nelle ultime ore, Salvini e Di Maio si sono incontrati nuovamente per discutere, pare, della nomina a ministro dell'economia di Paolo Savona, su cui il presidente della Repubblica avrebbe "storto" il naso, a causa delle sue dichiarazioni anti-Europa.

Per paradosso, le perplessità vengono anche da colui che, nel contratto in cui è riassunto il programma di governo, è citato come autore della lista dei tagli alle spese inutili e improduttive, su cui Lega e 5 Stelle basano una parte del recupero di risorse: Carlo Cottarelli.

Il diretto interessato ha così dichiarato a InBlu, il network delle radio dei vescovi italiani: «I consigli si possono sempre dare, ma se non mi stanno a sentire è inutile che faccia una consulenza al governo. ...

Nel programma di governo – ha aggiunto Cottarelli – c’è scritto che come cura per i problemi del debito pubblico italiano bisogna fare più deficit, cioè bisogna spendere di più per ridurre il debito.

Ovviamente chi l’ha scritto conta sul fatto che il Pil aumenti e tutto si risolva con la crescita economica.

Credo che questa sia una cosa che faccia arrabbiare i mercati. Chiunque, dunque, andrà alla guida dell'economia si troverà a gestire un programma in cui ci sono cose non molto rassicuranti per i mercati.»