Il Basso Lazio, una terra ricca di storia, cultura, bellezze naturali e tradizioni, un territorio che mi appartiene per le mie origini e che ha spesso vissuto all'ombra delle destinazioni turistiche più blasonate del Lazio, come Roma e Napoli con tutto il suo circondario costituito da poli turistici di fama mondiale. Il futuro del turismo in questa area, promette di essere molto più luminoso per il crescente interesse verso destinazioni autentiche e meno affollate grazie (si fa per dire) anche agli effetti della drammatica pandemia di pochi anni fa che sostanzialmente ha cambiato le preferenze di numerosi viaggiatori, alla ricerca di territori che nell’immaginario collettivo esprimono condizioni di moderato assembramento. Sempre più viaggiatori cercano esperienze autentiche lontano dal turismo di massa e il Basso Lazio, con i suoi borghi tranquilli e paesaggi incontaminati è perfetto per questo tipo di turismo anche per le caratteristiche morfologiche del territorio. Incastonato tra i rilievi dei monti Aurunci e dei monti Lepini e la bellissima costa denominata Riviera di Ulisse in onore dell’eroe greco, Re di Itaca e figlio di Laerte e celebrato da Omero nell'Iliade e nell'Odissea che ebbe in questa terra avventure e disavventure, il Basso Lazio presenta un patrimonio storico e culturale di alto spessore che dal sud di Roma si estende sino alla città di Minturnae con uno degli anfiteatri più importanti della regione, passando per il magico territorio del Circeo e Terracina sino a giungere al famoso golfo di Gaeta, teatro dell’unità nazionale del 1861. All’orizzonte si staglia l’arcipelago delle isole pontine con la sua “capitale, Ponza, una “chicca” per gli amanti del mare.  Ma come per molte aree a vocazione turistica, presenti sul territorio nazionale è importante adottare una visione strategica che coinvolga tutti gli attori del territorio, sensibilizzandoli a una partecipazione più attiva alle sorti della destinazione attraverso un programma di interventi collettivo dove campeggia la priorità di informazione e formazione. A latere di ciò, la zona ha bisogno di alcune rivisitazioni di alcuni punti strategici unitamente a una combinazione di autenticità, sostenibilità e innovazione che può trasformare questa regione in una meta ambita per un turismo consapevole e di qualità. Innanzitutto un potenziamento dei collegamenti ferroviari e stradali come per molte aree turistiche italiane è essenziale per migliorare l’accessibilità della zona dove il traffico di passaggio crea qualche problema ai centri dislocati lungo il percorso da nord a sud e viceversa. L’idea poi, di integrare i collegamenti su strada con un sistema di trasporti marittimi (persone e mezzi) con imbarcazioni specifiche a tale servizio, potrebbe risultare un valido contributo all'alleggerimento del traffico che grava sul percorso e parimenti, un’alternativa per valorizzare il territorio per vivere il contesto paesaggistico della costa da un’angolazione diversa. La possibilità di spostarsi lungo tutta l’area (stabilendo tre punti strategici della costa aventi una portualità adeguata a tali operazioni) può infatti offrire ai turisti differenti chiavi di lettura del territorio: la costa, con i centri storicamente e culturalmente legati e rivolti al mare e il paesaggio dominato dalla catena dei monti Aurunci e Lepini. Serve una comunicazione integrata che metta in risalto l’intero territorio, superando la frammentazione locale. Una sorta di progetto di conurbazione turistica dove sia presente un’unica denominazione turistica con una sola entità deputata all’organizzazione e alla promozione turistica del territorio composta da delegati dei diversi centri dell’area. Togliere il mandato di rappresentanza turistica a tutte le Associazioni, ai Comuni, alle Pro Loco e alle miriadi di sigle che di fatto, creano confusione e messaggi distorti. A tutti coloro che hanno partecipato a fiere del turismo non sarà sfuggita la visione confusionaria nel vedere tante sigle presso la zona regionale, tutte a rappresentare lo stesso territorio!  Altro punto è rappresentato dalla sostenibilità ambientale: Il turismo deve essere sviluppato in modo da preservare il patrimonio naturale e culturale. Tutti coloro che fanno parte del “contenitore territoriale” devono contribuire attraverso il proprio operato a ridurre drasticamente gli impatti negativi sull'ambiente, sui beni monumentali, sulla cultura e sulla società, promuovendo ed esaltando le caratteristiche locali, coinvolgendo dunque amministrazioni locali, associazioni e imprenditori del settore per creare una strategia turistica condivisa. Il Basso Lazio ha tutte le carte in regola per diventare una destinazione turistica di rilievo, ma il successo dipenderà dalla capacità di unire risorse locali, iniziative imprenditoriali e supporto istituzionale perché il futuro del turismo in questa zona non è solo una questione di crescita economica, ma anche di valorizzazione di un patrimonio unico che merita di essere conosciuto e apprezzato.