Verificare l'efficacia delle procedure per il supporto di fuoco dei mezzi blindati e migliorare il coordinamento e la cooperazione tra le pedine operative che ogni giorno sono impegnate sotto le insegne UN: questi gli obiettivi dell'esercitazione multinazionale "Blue Storm 2020" pianificata e condotta dai caschi blu della Brigata meccanizzata "Granatieri di Sardegna" (che attualmente compongono  la Joint Task Force  Lebanon -Sector West) e terminata qualche giorno fa nel poligono di Naqoura nel sud del Libano.

L'esercitazione ha coinvolto  tutte le unità del Settore Ovest: ItalBatt (Italia), GhanBatt (Ghana),  MalBatt (Malesia), RakBatt (Repubblica di Corea), oltre ad assetti della Sector Mobile Reserve e della 5a Brigata delle Lebanese Armed Forces (LAF).

Protagonisti in primo piano il VTLM (Veicolo Tattico Leggero Multiruolo) "Lince" con sistema HTROLE (Higly Integrated Turret Remoted Operated Light Electrical) equipaggiato con lanciagranate da 40 mm e blindo "Centauro"  con cannone da 105 mm assieme agli APC (Armoured Personnel Carrier) malesi, ghanesi e coreani ai carri M48 Patton dell'Esercito libanese.

I mezzi pesanti sono una componente fondamentale delle forze dispiegate  a sud del Litani e la possibilità di disporre di questi assetti assicura la deterrenza, elemento davvero prezioso per l'implementazione  della UNSCR (United Nation Security Council Resolution 1701).

Mantenere la stabilità, la pace e la sicurezza dell'area é una delle colonne portanti del mandato di UNIFIL e per raggiungere questo obiettivo é importante  che i paesi contribuenti, ben 44 di cui 14 alle dipendenze della  Task Force a guida italiana, siano preparati e in grado di operare  in maniera integrata. 

La "Blue Storm" ha visto impegnati 350 uomini, 30 blindati, oltre 5000 munizioni di vario calibro, ed è stata visitata dal Generale Stefano Del Col, il Comandante della missione, e dal Generale Edgar Lawandos, Comandante della 5a Brigata dispiegata a nord della Blue Line.

E' stata un'esercitazione che ha rappresentato un importante momento addestrativo in modo da  incrementare l'interoperabilità, ovvero la capacità di lavorare assieme con procedure tecnico-tattiche.  

Un modo di lavorare congiunto tra UNIFIL e le LAF che rappresenta un notevole potenziamento professionale per i peacekeeper di UNIFIL, secondo quanto sancito dalle risoluzioni delle UN che fin dal 1978 portarono al dispiegamento di una forza militare multinazionale nell'area.