Politica

Ecco che cosa il ministro della Difesa Crosetto ha (ri)detto su quanto aveva dichiarato alla stampa in relazione alla magistratura

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, martedì alla Camera, ha chiarito, o almeno ha tentato di farlo, sulle recenti dichiarazioni relative alla magistratura rilasciate alla stampa."È la seconda volta - ha iniziato il suo intervento Crosetto - che sono in quest'Aula a parlare di questo tema, di un tema che non mi riguarda - e mi scuso con il mio collega, il Ministro della Giustizia Nordio, che è qui a fianco a me -, a seguito non di un atto normativo, non di un intervento legislativo, non di qualcosa che riguardi la mia attività di Governo, ma di un'intervista nell'ambito della quale, alla fine, dopo una ventina di domande, rispondevo a una domanda della giornalista, inopportunamente probabilmente, per qualcuno che vuole che io spieghi le mie opinioni personali rilasciate in un'intervista in Aula, ma ho dato la mia disponibilità a farlo, perché il rispetto che mi lega a questa istituzione mi concede oggi l'opportunità di spiegare quelle parole, a cui non ho dato il peso che qualcuno ha voluto dare, ma che ritengo abbiano peso. Ho detto che mi era stato riferito che, in varie riunioni della magistratura, riunioni non - come qualcuno ha scritto - “segrete”, ma riunioni ufficiali e congressi, venivano dette cose che, dal mio punto di vista, dovevano sollevare preoccupazioni - preoccupazioni non soltanto personali, ma istituzionali e determinare un dibattito - e sono contento di poterne parlare oggi qui, perché veramente ho ritenuto che la Camera e il Parlamento dovrebbero, in qualche modo, riflettere su alcune cose che sono state dette. E il mio non è stato un attacco alla magistratura - perché ho profondo rispetto per l'ordine della magistratura -, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati, emergere non in modo carbonaro, ma in modo molto evidente. Ho ascoltato - come ho potuto ribadire al presidente dell'Associazione nazionale magistrati, che ho ricevuto e a cui ho spiegato le mie parole, come le ho spiegate al procuratore di Roma, che ha voluto sapere cosa intendevo con le mie dichiarazioni - i congressi di alcune correnti della magistratura con molta preoccupazione, ma anche con molto interesse, perché ho capito che esiste, da parte della magistratura, la percezione di un attacco ed io penso che nessun potere e nessun organo dello Stato debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro e questo è un problema che sussiste e che deve essere anche risolto qui: penso che tutti gli organi costituzionali debbano operare nella libertà e nella, tra virgolette, “tranquillità istituzionale” e che nessuno debba sentirsi sotto attacco dell'altro o limitato nelle sue azioni dall'altro. Proprio per questo, alcune dichiarazioni mi hanno preoccupato. Non sono un esperto, come molti dei presenti, di legge, di diritto, di Costituzione (Commenti del deputato Grimaldi), però rispetto le altre persone, a differenza di qualche presente che è esperto quanto me, forse anche di meno. Ciò detto, ho citato parole non mie e ho posto un tema reale. Il giudizio può essere differente; io non penso che il giudizio di chiunque sia presente in quest'Aula possa essere lo stesso su queste parole, ma penso sia legittimo che noi ci chiediamo e definiamo, in qualche modo, questo Parlamento, non il Governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato.La rappresentanza appartiene alla politica, la rappresentanza non appartiene alla magistratura, non appartiene neanche al potere esecutivo. La rappresentanza appartiene a quest'Aula, all'Aula del Senato. È la Costituzione che prevede che la rappresentanza del popolo appartenga a quest'Aula. Non è il Ministro della Difesa pro tempore, non è nessun altro, non può essere il presidente di un'associazione di categoria che decide a chi appartiene la rappresentanza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). La rappresentanza per la Costituzione appartiene a quest'Aula e a nessun altro, né al Governo, né alla magistratura. Appartiene al Parlamento.La magistratura è un gruppo di altissimi, qualificati funzionari, selezionati per la loro competenza tecnica, dotati di specifiche garanzie che fissa la Costituzione in ragione della funzione che loro svolgono, che è importante perché incide sui diritti delle libertà.La magistratura accerta i diritti riconosciuti dalla legge, punisce i fatti di reato selezionati dalla legge sulle prove raccolte nel processo e nel contraddittorio delle parti. Questo la Costituzione attribuisce alla magistratura. Questo, nell'ambito dei poteri dello Stato, è il ruolo; e all'interno di questo ci sono dei principi su cui poggia la democrazia. Uno dei principi base su cui poggia la convivenza democratica è la prevedibilità del giudizio e i termini in cui abbiamo sentito parlare, nelle dichiarazioni di prima, della giurisprudenza come contrapposta alla legge, minano la prevedibilità del giudizio. Cosa significa prevedibilità del giudizio per mia mamma, se mi ascolta? Che qualunque cittadino deve sapere se a una certa azione può corrispondere un giudizio negativo oppure se una certa azione, secondo la legge, è legittima e può essere fatta.Quando la legge diventa un accessorio, perché qualcuno pensa che la giurisdizione possa superarla, mi faccio una domanda, che non mi faccio io, si facevano i latini: quis custodiet custodes? Chi decide, in quel momento, qual è la linea da seguire? Questo Parlamento. E io sono convinto che, al di là di cose che non mi riguardano, molto tecniche, sacrosante, come le riforme, come le dotazioni che deve avere la magistratura, come le riforme organiche, come il supporto che deve avere - quelle non mi riguardano, di quello non mi occupo -, io mi occupo da cittadino, oltre che da membro del Governo, delle condizioni con cui i poteri dello Stato possono rimanere in equilibrio.Questa domanda posso farmela? Posso chiedermi che senso ha pensare, in una democrazia che si definisce all'avanguardia, avere tre o quattro persone al giorno - questa è la media - che finiscono ingiustamente nelle carceri italiane, a cui paghiamo e che rimborsiamo. Non parlo dei potenti, i potenti raramente finiscono in carcere. Parlo di migliaia di persone sconosciute, di cui non sappiamo i nomi, che finiscono ogni giorno in carcere senza alcuna motivazione.Allora queste riflessioni dove possono essere fatte? Qui? Io devo essere attaccato perché faccio queste riflessioni come esponente di un Governo di centrodestra? E se le facessi come esponente di un Governo di centrosinistra? Penso sia importante, se noi vogliamo uscire dallo stallo in cui la politica italiana è da quasi 30 anni, uscire da questo scontro pregiudiziale tra politica, esecutivo, legislativo e magistratura, definendo le regole all'interno delle quali si muovono l'esecutivo, il legislativo e la magistratura, definendo il quadro di regole che la nostra Costituzione, secondo me, definisce in modo molto chiaro.La volontà popolare risiede qui. La volontà popolare e le Camere fanno le leggi. I cittadini, i Governi, ognuno di noi rispetta le leggi. La magistratura vigila perché le leggi siano rispettate e, quando non vengono rispettate, commina le sanzioni necessarie. Questo è lo schema molto semplice che la nostra Costituzione definisce. E quando leggo che esiste una legittima discussione all'interno della magistratura, legittima, sul ruolo che la magistratura debba avere e si ipotizza che debba avere un ruolo che va al di là, secondo me, di quello che la Costituzione le attribuisce, penso che sia giusto riportare all'interno di quest'Aula il dibattito su quale deve essere il ruolo, su quali devono essere i confini, non solo della magistratura, ma della magistratura, del Parlamento e del Governo: ognuno sulle sue cose.Per quello a me preoccupano frasi che dicono: “noi dobbiamo sostituire l'attività legislativa perché i Parlamenti” - non questo Parlamento, i Parlamenti, anche io ne ho fatto parte - “non hanno il coraggio di intervenire in modo specifico su alcune leggi e quindi la giurisdizione deve intervenire e operare al posto del Parlamento”. Non penso sia quello il ruolo della magistratura, non lo penso, e penso sia il caso di dirlo, ma lo dico nel rispetto di migliaia di magistrati che ogni giorno lavorano e operano secondo la legge e secondo i dettami costituzionali. E non lo dico in contrapposizione alle frasi che sono state dette. Lo dico perché questo dibattito va portato in quest'Aula, perché a me ha preoccupato molto; ho ascoltato 4 ore di dibattito di un congresso di una delle correnti dei magistrati e la cosa che mi ha colpito di più, negativamente per il mio Paese, era il senso di attacco che vivevano questi magistrati, quasi ci fosse un costante attacco da parte della politica e un'insofferenza nei confronti degli amministratori. E questa è una cosa che deve finire. ..."

A chiarire le idee a Crosetto ci ha pensato la deputata Valentina D'Orso del M5s:

"... Oggi, lei si meraviglia del ruolo interpretativo dei giudici, ma, Ministro, veramente, sta dimostrando di avere una visione molto semplicistica della funzione del giudice. Il legislatore - anzi, purtroppo, oggi dobbiamo dire “il Governo”, perché il legislatore, il Parlamento, è totalmente esautorato - fa leggi generali e astratte, che poi, però, vanno applicate al caso concreto. Sì, il Ministro Nordio le confermerà che quanto sto dicendo è vero: è scritto nei manuali di diritto. Allora, l'operazione attraverso cui la legge è applicata alle controversie che arrivano davanti al giudice è l'interpretazione; quello è, nient'altro! E non c'è nulla di eversivo nell'interpretazione che i giudici devono fare delle leggi.Ancora, se avessimo alla guida del Paese una classe politica con una solida cultura istituzionale e costituzionale, penso che mai e poi mai avremmo avuto dichiarazioni tanto strampalate quanto dannose come le sue, signor Ministro. Che, poi, un Ministro della Difesa, in un momento storico, con due conflitti in corso, passi il tempo ad attaccare la magistratura, invece di adoperarsi per trovare soluzioni diplomatiche a quei conflitti o venire a informare quest'Aula e non altri sull'ottavo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina, è quantomeno surreale.E poi, Ministro, se proprio voleva occuparsi della giustizia italiana, doveva battere i pugni in Consiglio dei ministri, per far mettere risorse nella legge di bilancio e consentire nuove assunzioni di magistrati e personale amministrativo, per velocizzare i processi, perché questo è il problema della giustizia italiana, non altri! Invece, non avete messo un euro in Consiglio dei ministri per queste assunzioni.Vede, signor Ministro, lei oggi, per certi versi, ha tentato di rassicurarci, ma noi mettiamo in fila tutti gli elementi e li leggiamo in un modo unitario. Il quadro che viene fuori è veramente preoccupante, perché non sfugge a nessuno che, dall'inizio della legislatura, chi si frappone alla vostra marcia verso il baratro per il nostro Paese viene attaccato; chi si permette di fare anche solo qualche osservazione critica diventa un nemico da additare, intimorire o offendere e l'elenco è lunghissimo. Attaccate, in particolare, gli altri poteri e le autorità indipendenti della Repubblica, poi provate un po' a ritrattare, perché vi rendete conto che l'avete fatta troppo grossa.Nel mirino del Governo sono andati a finire, nell'ordine, la Corte dei conti... l'Anac che giustamente lanciò l'allarme sui pericoli di infiltrazioni derivanti dal nuovo codice degli appalti... la Banca d'Italia, l'Ufficio bilancio del Senato, INPS e INAIL commissariati... la lista è lunga.È lunga anche la saga degli attacchi alla magistratura per le varie vicende, per arrivare anche ai più recenti attacchi sferrati contro il cosiddetto Quarto potere, il giornalismo d'inchiesta, la libertà di stampa costituzionalmente garantita.Ecco, attaccate tutti a testa bassa, ma poi, quando venite qui in Aula, parlate di complotti e infarcite discorsi confusi con un vittimismo ormai stucchevole, che, francamente, ha stufato non solo noi e non tanto noi, ma i cittadini.Ora, quello che ci preoccupa realmente, signor Ministro - e concludo, con il concetto finale - non sono tanto le sue parole, che, alla luce delle odierne spiegazioni, suonano ancora più grottesche, francamente; siamo seriamente preoccupati da un altro risvolto: il fatto che volete scardinare l'equilibrio tra i poteri costituzionali e che lo volete fare con riforme, come il premierato e la separazione delle carriere. ..."

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
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