Roberto Fico, Movimento 5 Stelle, lo aveva detto. Come presidente della Camera andrò alle feste di partito a cui mi inviteranno, al di là del fatto che le abbiano organizzate o meno forze della maggioranza.

Detto fatto. Ecco così la terza carica dello Stato che va alla festa nazionale dell’Unità di Ravenna per partecipare ad un dibattito, mediato dal direttore dell'Espresso Marco Damilano, con l'ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

Il "compagno" Fico, quello che è ormai il punto di riferimento della corrente dei 5 Stelle di sinistra, ha dichiarato che "Lega e 5 Stelle lavorano in questo momento su un contratto, non su un'alleanza. È qualcosa di molto differente. Le prossime elezioni europee saranno elezioni europee. Il Movimento 5 Stelle si presenterà da solo."

E sull'Europa, in merito alle alleanze, Fico ha aggiunto che "non dobbiamo pensare che da un lato ci siano i barbari e dall'altro le persone perbene.

Bisogna comprendere la tipologia di lavoro che vogliamo fare, capire che tipo di Ue vogliamo costruire, l'Ue come è oggi non è vicina ai cittadini e ai popoli.

È chiaro che l’asse di Visegrad è contro gli interessi italiani. Ma non è che con Macron abbiamo questa grandissima scelta, dopo quello che hanno fatto i francesi a Ventimiglia e in Libia."



Un'altra bottarella al "non" alleato Lega, anche in questa occasione Fico l'ha voluta dare e, in fondo a pensarci bene, non ha avuto neppure torto.

Infatti, quest'oggi sono stati pubblicati - da SWG e Istituto Piepoli - i primi sondaggi del dopo ferie che ci danno il quadro aggiornato delle preferenze di voto degli italiani che, in questo momento, sono nettamente sbilanciate a favore della Lega che si attesta abbondantemente e saldamente al di sopra di quota 30%, mentre i non alleati 5 Stelle cominciano ad arrancare su un crinale che li vede in costante discesa, attestamdosi oggi su un valore intorno al 28%. Per la cronaca il Pd rimane stabile al 17%, mentre Forza Italia ormai corre verso la dissoluzione, indicata intorno al 7%.

Il problema dei 5 Stelle, come sottolineato dalle parole di Fico, è credere che questo Governo sia un governo tecnico, quando i punti di programma elencati nel famoso Contratto sono solo degli enunciati, senza che siano accompagnati da una dettagliata descrizione del modo in cui risolverli.

Questo si è tradotto, in appena tre mesi, in un'autostrada a dieci corsie per la Lega, che vi ha fatto correre tutta la sua propaganda, sfruttando i migranti, la crisi economica ed il risentimento di molti italiani verso il precedente Governo che pontificava come superata qualsiasi difficoltà per il Paese.

Adesso i 5 Stelle, se vorranno che Salvini non definisca il Contratto carta straccia, visti i sondaggi dovranno gioco forza accontentarlo in tutti i suoi desiderata per evitare che non gli salti in testa il ghiribizzo di andare al voto. In quel caso il Movimento si ritroverebbe all'opposizione... senza neppure aver capito come e perché ciò sia accaduto.

Allora glielo spieghiamo in due parole. La farina, nelle ricette, può essere usata per fare i dolci oppure per fare la pasta, il pane, le focacce... in un caso si usa lo zucchero, nell'altro il sale.

I 5 Stelle ripetendo fino alla nausea di non vole essere né di destra né di sinistra, in questo Governo hanno finito per raffigurare la farina che, a seconda delle necessità, viene usata da Salvini per fare ricette dolci o ricette salate... ma sempre in base a quelle che siano le sue preferenze. È evidente che, in tal modo, è difficile non finire per essere identificati ideologicamente... come forza di destra. E, come avviene sempre in casi simili, gli elettori preferiscono l'originale alla copia, cioè il verde al giallo.