Liz Truss, neanche il tempo di entrare in carica, e già ha dovuto affrontare il primo enorme problema che affligge, nonostante tutto (in riferimento alle riserve di gas e petrolio nel Mare del Nord), anche il Regno Unito: la crisi energetica con l'aumento delle bollette di gas e luce.

La Truss ha definito un tetto massimo per il costo dell'energia per le famiglie inglesi che non dovrà superare le 2.500 sterline. Il provvedimento prenderà il via dal primo ottobre e durerà per i prossimi 24 mesi.

Il costo? Non è chiaro al momento, anche perché non è chiaro quale sarà il tetto ai consumi di luce e gas. In ogni caso, c'è chi ipotizza che il provvedimento potrebbe aggirarsi intorno ai 150 miliardi di sterline.

Per le imprese, così come per il settore pubblico, il tetto - ma anche in questo caso non se conoscono i limiti - sarà invece valido per sei mesi.

Come funzionerà il provvedimento al momento non sono in grado di dirlo neppure i fornitori di energia, ma quel che già è certo è che a pagarlo non saranno gli extra profitti delle compagnie energetiche, per cui il costo finirà per aumentare il già enorme debito pubblico britannico, il che ha mandato su tutte le furie i partiti di opposizione che rimangono dubbiosi anche sulla reale assistenza che la misura potrà garantire alle famiglie più povere. 

Insieme al tetto sul prezzo delle bollette, la Truss ha annunciato che già dalla prossima settimana rilascerà nuove licenze per l'estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord, in modo da aumentarne la produzione.

Infine, la dimensione dell'intervento, considerando anche la fase di recessione che il Regno Unito dovrà affrontare per i prossimi 12 mesi,  sembra rendere impossibili i tagli fiscali immediati promessi dalla neo premier agli iscritti del partito conservatore durante la campagna elettorale per ottenere la guida del partito e quella del Regno Unito.