Oggi, 7 novembre, il presidente della Commissione Europea Juncker ha partecipato all'ETUC, European Trade Union Confederation. Presenti i leader sindacali di tutta l'Unione, si è discusso sul futuro dell'Europa.
A margine, Juncker è intervenuto sull'Italia. Argomento: gli attacchi alla sua Commissione da parte di Matteo Renzi.
Ricordando le cifre e i patti, Juncker ha praticamente detto che l'attuale bilancio programmatico presentato dall'Italia non può venire accettato.
Affermano la discontinuità della Commissione da lui guidata con le rigidità di bilancio imposte da quella precedente, Juncker ha sottolineato che l'Italia aveva promesso un deficit dell' 1,7% nel 2017, mentre ora ne propone uno del 2,4%, e che i costi aggiuntivi per migranti e terremoto valgono lo 0,1% del Pil!
La Commissione europea dovrà presentare un'opinione ufficiale sul bilancio italiano entro la fine del mese di novembre e dalle parole del suo presidente non sembra che si possa accontentare delle precisazioni richieste e finora fatte arrivare da Roma.
D'altronde, anche lo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio continua ad esprimere dubbi sulla manovra a causa di coperture fumose ed incerte.
Questi i punti di alcuni profili di criticità indicati dal presidente dell'UPB, Giuseppe Pisauro, durante l'audizione odierna davanti la Commissione Bilancio:
le misure con effetti sostanzialmente una tantum (dall’estinzione agevolata dei debiti fiscali 2000-2015 all’accelerazione delle liquidazioni IVA, alla riapertura dei termini della voluntary disclosure, all’asta per i diritti d’uso delle frequenze) costituiscono circa metà delle maggiori entrate nette (complessivamente 6,3 miliardi nel 2017);
la quantificazione del gettito della voluntary disclosure-bis rischia di essere sovrastimata, tenuto conto che i criteri di adesione risultano sostanzialmente invariati rispetto alla prima edizione del provvedimento, mentre dalla sanatoria sono esclusi i soggetti che ne hanno già usufruito;
l’introduzione delle comunicazioni trimestrali dei dati analitici da parte dei soggetti IVA va nella giusta direzione ma per rafforzare le finalità antievasione sarebbe auspicabile l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica e quello di comunicazione dei corrispettivi per i soggetti non tenuti all’emissione della fattura;
la cosiddetta rottamazione dei ruoli per gli anni 2000-2015 consentendo ai contribuenti di estinguere il debito di imposta al netto di sanzioni e interessi di mora finisce per premiare i contribuenti meno meritevoli e per questa via può contribuire a indebolire il senso di obbedienza fiscale della platea dei contribuenti;
gli interventi a sostegno della famiglia sono di modesta entità, frammentari e non selettivi dal punto di vista dei mezzi e andrebbero ad affiancare e talvolta a sommarsi a misure già esistenti sottraendo risorse al raggiungimento di finalità non ancora assolte;
le misure in ambito pensionistico, tra le quali l’introduzione dell’APE e l’estensione della quattordicesima, affrontano in modo specifico alcune situazioni di emergenza (lavoratori precoci, attività usuranti, esodati) ma al di fuori di un disegno organico.
Inoltre, per quanto riguarda gli altri due aspetti che hanno innescato molti dubbi a Bruxelles, migranti e piano strutturale per mettere in sicurezza il territorio, questo è stato il giudizio dell'UPB:
Per quanto riguarda il flusso di rifugiati, già lo scorso anno la Commissione ha riconosciuto che si tratta di un evento eccezionale, prevedendo l’esclusione delle relative spese per la parte corrispondente alla variazione rispetto all’anno precedente. La decisione per il 2017 non sembrerebbe riguardare pertanto la natura del fenomeno quanto l’entità dell’esclusione delle spese. Per il piano di prevenzione sismica, non vi sono precedenti di esclusione dagli aggiustamenti richiesti di spese destinate alla prevenzione. L’aumentata frequenza dei fenomeni sismici potrebbe corrispondere a una maggiore rischiosità in molte zone del Paese, rendendo necessari interventi di prevenzione straordinari.
Per quest’ultimo aspetto, vi sono alcune difficoltà nel collocare un piano straordinario di prevenzione in un quadro di eccezionalità ai fini delle regole europee. Lo spazio richiesto (0,2 punti percentuali di PIL) non comprende solo nuove risorse, ma anche l’impatto sui conti di misure adottate negli scorsi esercizi (già presenti nel bilancio a legislazione vigente) legate a più generali finalità di ristrutturazione del patrimonio immobiliare e all’efficienza energetica. Inoltre, la richiesta di esclusione per il solo 2017 non sembrerebbe coerente con la dimensione necessariamente pluriennale di un eventuale piano di prevenzione sismica.
Quindi, un'autorità indipendente conferma le perplessità della Commissione Ue.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha qualcosa da replicare alle odierne dichiarazioni di Juncker? E come potrebbe essere altrimenti! Il problema è che, come accade anche per spiegare la sua riforma costituzionale, Renzi non entra nel merito dei contenuti, ma utilizza la propaganda: «Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno. Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli. Si può discutere di investimenti per il futuro, ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci: noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità, vogliano o meno i funzionari di Bruxelles!»
A dire il vero, le considerazioni di Juncker e quelle dell'UPB, non meno importanti e gravi, erano altre... ma, evidentemente, l'unica risposta pronta nel database delle repliche del presidente del Consiglio 2.0, che più si avvicinava ai rilievi che erano stati sollevati, era questa. Ci dobbiamo accontentare.