La faccenda, in fondo, è semplice. 

La nuova giunta comunale di Latina decide che, dopo una settantina di anni, siano maturi i tempi per cambiare nominativo ad un parco pubblico cittadino, finora dedicato ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito.

Per il cambio, non ha scelto il nome di Palmiro Togliatti o Enrico Berlinguer, ma quello di due famosi magistrati antimafia, Falcone e Borsellino.

Ricordo che Borsellino fu un idolo della destra, poichè si diceva che avesse manifestato simpatie per essa.

Nonostante ciò, un nutrito drappello di loschi personaggi, spalleggiati dalla stampa amica, hanno contestato l'evento e il sindaco (per non parlare della Boldrini, che verrebbe contestata anche se spargesse banconote dalla finestra).

In sostanza, dopo settant'anni, ci sono molte persone, anche giovanissime, che non tollerano si mettano in discussione simboli e nomi del ventennio fascista.

Visto che l'argomento è attuale, può questo essere definito come apologia di fascismo?

Ma certo che no.

Apologia della stupidità, semmai.

Elogio della memoria del pesce rosso, che urta la parete della vaschetta di vetro per centinaia di volte, non imparando mai nulla dai propri errori.