Nell'ultimo bollettino fornito dagli ucraini, è arrivato a 16.100 il numero di soldati russi uccisi dal 24 febbraio. Sempre secondo le forze armate di Kiev, la Russia ha perso 561 carri armati, 1.625 veicoli blindati, 1.089 automezzi, 291 pezzi di artiglieria, 90 lanciarazzi multipli, 49 missili terra-aria, almeno 115 aerei da caccia, 125 elicotteri, 5 imbarcazioni, 72 autocisterne e 53 droni.
Alla Russia non resta che bombardare per fiaccare la resistenza ucraina, soprattutto quella della popolazione, come accaduto nelle scorse ore a Kharkiv dove sono caduti 55 missili tra Grad e Uragan. Ma a est di Kiev, l'esercito ucraino ha recuperato posizioni perdute in precedenza.
Non si arresta però il numero di rifugiati - donne, bambini, anziani - che sta lasciando il Paese. Sono più di 2,2 milioni le persone che dall'Ucraina sono arrivate in Polonia dall'inizio della guerra, ha affermato la Guardia di frontiera polacca, mentre circa la metà sono quelle che adesso vi hanno trovato alloggio.
Meno fortunati, invece, coloro che a Mariupol avevano cercato riparo nel teatro della città, colpito dai russi nonostante nei parcheggi antistanti fossero state disegnate a caratteri cubitali le scritte bambini, ben visibili dall'alto. Secondo quanto riferito dalla locale municipalità via Telegram, testimoni oculari quantificherebbero in 300 i morti di quell'attacco.
Vadym Boychenko, sindaco di Mariupol, ha detto che la situazione è davvero complicata... è una crisi umanitaria. Parte della città è occupata dalle forze russe, ma i soldati ucraini stanno ancora controllando il resto, con i combattimenti che proseguono senza sosta. Nella città senza elettricità, acqua corrente e gas, in gran parte distrutta, sono intrappolate 100mila persone che adesso rischiano di morire di fame e di sete. Un nuovo corridoio umanitario è stato allestito per oggi, ma non si hanno notizie se e come stia funzionando.
In attesa delle nuove sanzioni dal Consiglio Ue, i membri della Nato, riunitisi ieri a Bruxelles, hanno confermato il loro supporto all'Ucraina, anche se non sono state soddisfatte le richieste anticipate in precedenza da Zelensky, che adesso però ha iniziato a premere per un ingresso accelerato del suo Paese all'interno dell'Ue, il che rischia a sua volta di causare un bel guazzabuglio diplomatico, visto che alcuni Paesi dell'area balcanica sono in lista di attesa da anni!
Unione europea che, tra l'altro, si deve inventare come poter liberarsi dall'auto-impostosi giogo di Mosca relativo al proprio sostentamento energetico. Sono 155 i miliardi di metri cubi di gas che ogni anno arrivano in Europa dai gasdotti russi. Sostituirli non è un'impresa semplice, considerando che il Qatar non sarebbe in grado di aumentare le proprie forniture, anche se gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire nei prossimi 12 mesi 15 miliardi di metri cubi di GNL, da rigassificare. Quantità che dovrebbe triplicare negli anni successivi.
E non sembra di vedere all'orizzonte una data vicina per la fine dei combattimenti, in base a quanto detto in una recente intervista alla tv americana dal consigliere di Zelensky, Podolyak:
I talked with Ukraine's lead negotiator in the peace talks with Russia, @Podolyak_M.
— Patrick Reevell (@Reevellp) March 25, 2022
He said he believes the talks are real and Russia is not just using them to"stall for time" to regroup. But he said they might still take "months" to reach a deal.https://t.co/CMe51BSepN pic.twitter.com/ERzeJdGhmp
Crediti immagine: twitter.com/SimonOstrovsky/status/1109552470152409088