Il governo ad interim della Bolivia, mercoledì scorso ha presentato un disegno di legge per stabilire regole e modalità per celebrazione delle nuove elezioni e fermare le violenze che hanno sconvolto tutto il Paese, e non solo la capitale La Paz, in seguito alle quali si sono registrate oltre 30 vittime.

Le ultime ad inizio settimana, quando 8 persone avrebbero assalito un impianto della compagnia petrolifera statale (YPFB) e sarebbero rimaste uccise da colpi di arma da fuoco, in base a quanto stabilito dai primi risultati dell'autopsia.

 Ieri le bare con le salme sono state portate in corteo per le vie di La Paz dai manifestanti, partendo dal luogo del massacro. La polizia ha, però, impedito loro di raggiungere piazza Murillo, il centro della città, causando, ovviamente, nuovi disordini.


Da non dimenticare che continuano da parte dei sostenitori pro Morales i posti di blocco sulle principali arterie che collegano le maggiori città boliviane, per impedire i rifornimenti di beni e materie prime.

Alle prossime elezioni, se e quando si faranno, non parteciperanno Evo Morales e Álvaro García Linera, rispettivamente presidente e vicepresidente della Bolivia, entrambi rifugiatisi in Messico. Linera ha comunque chiesto di poter rientrare in Bolivia durante il periodo elettorale.