Il cardinal Bagnasco ha aperto questa mattina i lavori della 69.a Assemblea Generale dei vescovi italiani.
Il suo discorso è stato soprattutto di natura sociale e politica, a parte che nel capitolo "Una chiesa che cammina", dove il cardinale ha richiamato il tema dei lavori relativo al rinnovamento del clero, senza dimenticare il rispetto alla gerarchia: «È ai Vescovi che incombe in primo luogo la grave responsabilità della santità dei loro sacerdoti; devono pertanto prendersi cura con la massima serietà della continua formazione del proprio Presbiterio».
Ma nel resto della relazione sono stati molti i passaggi sulle vicende che riguardano la situazione internazionale e quella interna.
Per quanto riguarda i migranti, Bagnasco ha ricordato che «La Chiesa italiana continua ad offrire il suo contributo accogliendo, ad oggi, circa 23.000 migranti, con un aumento di 4.500 persone in questi primi mesi dell’anno. Alle comunità parrocchiali e religiose, sostenute dalle Caritas diocesane e dagli Uffici Migrantes, va dunque il nostro riconoscente incoraggiamento». Inoltre, sì è auspicato che «l’Europa possa ritrovare la sua anima e così l’amore di popoli e nazioni. Possa incontrarsi finalmente con le persone, che non sono pedine sulle cui teste qualche illuminato pretende di decidere o esperimentare; né sono apolidi, poiché ognuno appartiene ad una storia, ha una visione della vita e valori di fondo. Capisca che essere europeo non significa entrare nel limbo del pensiero unico: le leggi e gli accordi sono necessari, ma non fanno lo spirito di un continente: lo presuppongono».
Anche il terrorismo e la persecuzione dei cristiani sono stati citati nella relazione.
«Si contano ormai 200 milioni di cristiani perseguitati sul pianeta sotto gli occhi distratti e indifferenti del mondo: ad Aleppo, storico centro della cristianità in Siria, oggi sono rimasti appena 40.000 fedeli, un quarto rispetto a solo 5 anni fa! Come Chiesa, denunciamo ancora una volta la violenza barbara di ogni persecuzione, assicuriamo la nostra vicinanza di solidarietà e preghiera a quanti la subiscono, e incoraggiamo le nostre comunità ad alimentare la fede e la testimonianza sull’esempio di tanto coraggio.
Accanto alle vittime della persecuzione religiosa, ci sono quelle causate dal terrorismo, che continua a seminare morte, angoscia e rapimenti. Esiste qualcuno che possa fermare tanto oscurantismo politico, sociale, religioso, su cui prospera il commercio delle armi? Nel campo della sicurezza sembra che tra gli Stati europei cresca la capacità di scambio e collaborazione; a tale proposito, ringraziamo i Servizi italiani che stanno mostrando capacità e determinazione».
«Dall’inizio della crisi l’occupazione è caduta del 4,8%, una delle contrazioni più rilevanti in Europa: i dati ricorrenti dicono che la fascia tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è prossima al 40% contro il 22% della media europea: in termini percentuali siamo i peggiori, subito prima della Bulgaria. Forte preoccupazione la esprimiamo anche per gli adulti che, una volta perso il lavoro, si trovano nella difficoltà a rientrarvi con grave danno per le proprie famiglie oltre che per la propria dignità. Il peso della vita quotidiana, alla ricerca dei beni essenziali, diventa sempre più insostenibile, compreso il bene primario della casa. La povertà assoluta investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8 della popolazione italiana! Mentre la platea dei poveri si allarga inglobando il ceto medio di ieri, la porzione della ricchezza cresce e si concentra sempre più nelle mani di pochi, purtroppo a volte anche attraverso la via della corruzione personale o di gruppo.
Le nostre parrocchie vedono le file di coloro che cercano un pasto alle nostre mense: sono stati ben 12 i milioni di pasti distribuiti nel 2015».
E tanto per non lasciar spazio a dubbi e fraintendimenti, il presidente della CEI riprende il discorso domandandosi: «I responsabili della cosa pubblica, i diversi attori del mondo del lavoro, che cosa stanno facendo che non sia episodico ma strutturale? La Chiesa continuerà a fare tutto quanto le è possibile per stare accanto alla gente, mettendo in campo ogni risorsa: dalle forze di tantissimi volontari alle risorse dell’8 per mille che, oltre a permettere un Clero totalmente disponibile, consente di venire incontro alle enormi richieste della carità e del mantenimento delle opere pastorali».
Quindi, Bagnasco è passato a parlare dei problemi sociali nello specifico, sottolineando anche come il gioco d'azzardo sia diventato ormai una priorità da combattere: «La recente legge intima che il numero delle slot machine si riduca del 30% in quattro anni; in realtà è cresciuto del 10,6% in quattro mesi, salendo a 418.210. Negli ultimi sei anni, mentre fra la popolazione è salita la soglia della povertà, l’affare-azzardo ha raggiunto il 350%, fino a 84 miliardi. A fronte di così cospicui interessi a diversi livelli, chi sarà in grado di resistere alle pressioni delle lobby e intervenire in modo radicale? La ricaduta sociale della ludopatia è devastante per i singoli, che perdono il lavoro, rompono i rapporti familiari, diventano facile preda di altre dipendenze fino al suicidio, come ha affermato il Ministro della salute».
Infine i problemi legati alla famiglia, partendo da quelli della natalità. «I dati ISTAT rimangono impietosi: quelli del 2015 sono i dati peggiori dall’unità d’Italia. Lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese. La demografia è un indicatore decisivo dello stato di salute di un Paese, specialmente occidentale, dove lo sviluppo economico e lavorativo, insieme ad una cultura densa di ideali e valori, suscitano speranza nel domani e coraggio nel generare nuove vite, assumendo con fiducia la missione educativa dei figli. Che cosa sta facendo lo Stato perché si possa invertire la tendenza? Si avverte l’urgenza di una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico. Gli esperti dicono che la messa in atto del cosiddetto fattore famiglia sarebbe già un passo concreto e significativo».
E naturalmente non poteva mancare una considerazione sulle Unioni Civili: «La recente approvazione della legge sulle Unioni civili, ad esempio, sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà».