Mentre questo venerdì Zelensky ha visitato il porto di Odessa, Oleksandr Kubrakov, ministro delle infrastrutture, ha dichiarato che sono 17 le navi caricate di grano nei porti ucraini e che 10 di loro sono pronte a salpare.

Ed è per questo che il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha chiamato il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, per quella che è stata la prima conversazione telefonica tra i due, dall'inizio dell'invasione russa.

Secondo quanto dichiara la Tass, riferendo quanto riportato dal ministero degli esteri russo "Antony Blinken è stato informato dei dettagli dell'accordo sul pacchetto, firmato il 22 luglio a Istanbul, relativo al trasporto di grano ucraino dai porti del Mar Nero e all'esportazione di cibo e fertilizzanti russi".

Secondo Lavrov la situazione [alimentare] globale è resa complicata dalle sanzioni statunitensi e che gli Stati Uniti non hanno ancora mantenuto la loro promessa di concedere le relative esenzioni per le esportazioni alimentari russe, sottolineando quanto ciò sia inammissibile.

Lavrov ha poi dichiarato l'interesse russo, al momento, per l'acquisizione dell'intero Donbass, sottolineando che "il continuo invio all'esercito ucraino e ai battaglioni nazionalisti di armi americane e NATO, che vengono utilizzate contro la popolazione civile, non fa che prolungare l'agonia del regime di Kiev, prolungare il conflitto e moltiplicare le vittime". "Lavrov ha sottolineato che le forze armate russe osservano rigorosamente le norme del diritto internazionale e che viene svolto un lavoro sistematico nei territori liberati perché la vita riprenda pacificamente".

I due diplomatici si sono anche scambiati opinioni sui problemi delle relazioni bilaterali e di un possibile ritorno alla loro normalizzazione, seguendo vie già in passato percorse per risolvere problematiche che non possono essere trattate se non nell'ombra, come lo scambio di prigionieri.

Come riassumere il dialogo tra i due diplomatici?

La Russia non garantirà la sicurezza dovuta alle navi cariche di grano e, nel caso faccia transitare sul Mar Nero quelle attualmente pronte a salpare adesso, difficilmente consentirà altri carichi, a meno che l'occidente non allenti le sanzioni per consentire alla Russia di esportare i propri prodotti agricoli.

Inoltre, l'accenno alle armi occidentali è da una parte la chiara ammissione delle difficoltà che attualmente i russi stanno riscontrando nella logistica a supporto dei loro militari in prima linea, dall'altra  l'inespressa minaccia che Mosca non si fermerà davanti a nulla (in fatto di armi) pur di raggiungere, almeno, la conquista del Donbass.

Russia e Stati Uniti si sono parlati, ma il dialogo non sembra annunciare novità positive.