La dopamina è un neurotrasmettitore indispensabile per il buon funzionamento dell’ippocampo, struttura cerebrale da cui dipende la memoria. Scoperto anche il legame tra l’assenza di dopamina e le disfunzioni dell'area neuronale coinvolta nei disturbi della gratificazione e dell’umore.

La depressione, quindi, non sarebbe conseguenza della patologia, ma un potenziale segnale della sua insorgenza. La morte dell’area del cervello che produce la dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per alcuni importanti meccanismi di comunicazione tra i neuroni, sarebbe pertanto la causa dell'Alzheimer.

Questa patologia, solo in Italia, colpisce circa mezzo milione di persone oltre i 60 anni di età. La sorprendente scoperta arriva da un’équipe di ricercatori coordinati dal professor Marcello D’Amelio.

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications getta una luce nuova su questa grave patologia. Abbiamo effettuato un’accurata analisi morfologica del cervello e abbiamo scoperto che quando vengono a mancare i neuroni dell’area tegmentale ventrale, che producono la dopamina, il mancato apporto di questo neurotrasmettitore provoca il conseguente malfunzionamento dell’ippocampo, anche se tutte le cellule di quest’ultimo restano intatte.

Negli ultimi 20 anni i ricercatori si sono focalizzati sull’area da cui dipendono i meccanismi del ricordo, ritenendo che fosse la progressiva degenerazione delle cellule dell’ippocampo a causare l’Alzheimer. Le analisi sperimentali, tuttavia, non hanno mai fatto registrare al suo interno significativi processi di morte cellulare.

Nessun ricercatore aveva finora pensato che potessero essere coinvolte altre aree del cervello nell’insorgenza della patologia. L’area tegmentale ventrale non era mai stata approfondita nello studio della malattia di Alzheimer, perché si tratta una parte profonda del sistema nervoso centrale, particolarmente difficile da indagare a livello neuro-radiologico.