Li hanno fatti anche spostare fuori regione a centinaia di chilometri di distanza dalle loro abitazioni per avere garantito, in futuro, un posto fisso, ma non vengono pagati. Chi sono? I supplenti della Buona Scuola. Ricordate la meravigliosa riforma della scuola di Matteo Renzi e della ministra Giannini? Uno dei risultati è che dallo scorso mese di settembre, un insegnante su tre, tra coloro che fanno supplenze, non viene pagato. Tutto dipende da un sistema di pagamento lungo e farraginoso, in più complicato da un'inefficiente gestione informatica nonostante sia stata pure aggiornata nel corso dell'anno. Ogni istituto invia la richiesta di pagamento all’ufficio scolastico della regione che, a sua volta, la inoltra alla direzione territoriale del Tesoro, che a sua volta deve essere poi autorizzata dal ministero per effettuare il pagamento. Non proprio un metodo rapido. La conseguenza di tutto questo è che molti insegnanti supplenti si trovano a dover lavorare lontano da casa senza aver ancora visto un solo euro del loro stipendio. La situazione si sbloccherà tra dicembre e gennaio, mese ultimo entro il quale tutti i pagamenti saranno effettuati. Se così non fosse, le associazioni che rappresentano gli interessi degli insegnanti sono pronte, a partire dall'inizio del prossimo anno a ricorrere in sede giudiziaria.