Per avere un'idea della qualità dei ministri che governano il cambiamento in Italia, è sufficiente solo leggere o ascoltare le loro dichiarazioni. Non è necessario fare inchieste o arrampicarsi sugli specchi per cercare di coglierli in fallo... fanno tutto loro, da soli.

Di gaffeur prestati alla politica, l'attuale Governo ne è pieno. Tra questi, alcuni spiccano più di altri, perché non solo fanno dichiarazioni imbarazzanti, ma si adoprano anche per farlo sapere a quanti erano sfuggite.

Il più grande gaffeur del cambiamento è senza ombra di dubbio il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che ogni volta che apre bocca riesce a segnare nuovi record rispetto a quanto detto in precedenza.

Venerdì mattina, intervistato dalla radio di Confindustria, ha risposto su alcuni argomenti di attualità che riguardano il suo ministero. Sorprendenti, soprattutto, due dichiarazioni relative ad Alitalia e immigrazione.



Il 30 aprile era la data che il Governo, questo Governo, si era dato per risolvere la vicenda con la definizione dei nuovi soci per l'ennesima nuova società che dovrebbe supportare l'ennesima nuova rinascita di Alitalia. Il problema, però è che un 40% di quote non è ancora stato assegnato e di queste una metà circa non avrebbe neppure un ipotetico acquirente in vista.

Questo, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche rilasciate da Di Maio & co. negli ultimi mesi dello scorso anno, secondo le quali il dossier Alitalia sarebbe stato da annoverare fra le cose già portate a termine dal Governo.

Oggi il ministro Toninelli ci ha detto che non era ipotizzabile che il nuovo assetto societario potesse essere trovato in così breve tempo (due anni!), che la scadenza (già scaduta) del 30 aprile sarà prorogata, ma che non era in grado di dire quando e di quanto. E questo è possibile che accada per un dossier di cui proprio Toninelli si sta occupando? È possibile, perché questo è quanto accaduto.


Ma il ministro non si è accontentato di questa performance, ha voluto strafare, oltretutto su un argomento su cui si dovrebbe parlare seriamente, quello dei migranti.

Appena Oscar Giannino ha chiesto conto al ministro delle morti in mare, Toninelli ha subito contestato i dati che stava ascoltando, dicendo che quelli in suo possesso erano diversi ed indicavano una diminuzione delle morti in mare nei primi mesi di quest'anno, grazie alle politiche messe in atto dal Governo.

Per essere sicuro di non venir meno alla propria fama di gaffeur, Toninelli, dopo l'intervista ha inviato su Twitter il seguente post...


Come si vede nell'immagine precedente, in base ai dati forniti da Toninelli, nel 2019 il numero di decessi in mare rispetto alle partenze, grazie alle "ottime" politiche messe in campo dal Governo è pari al 23%! Nel 2018 il numero di decessi era del 4%!

Se si considerano i dati in valore assoluto, va però riconosciuto che il numero di morti è comunque inferiore, ma solo perché impedendo alle Ong di operare nel Mediterraneo solo di una parte di quelle morti siamo a conoscenza! Ad esempio, se il Moonbird di Sea Watch che stava sorvolando le coste libiche non avesse avvistato i 117 migranti poi tratti in salvo, probabilmente di quelle persone non avremmo saputo nulla, come nulla sappiamo di moltissime altre che sono annegate anche a causa dell'attuale politica messa in atto da Salvini.

Pertanto, come è possibile che un personaggio con le qualità di Toninell, come dimostra quanto sopra riportato, possa fare il ministro?