La Francia e l'Italia sono unite da una storia comune; esse condividono un destino. Hanno costruito insieme l'Europa e operato per la pace. La Francia è profondamente legata a questo rapporto di amicizia che nutre cooperazioni in tutti i settori e una vicinanza tra i nostri due popoli. L'amicizia franco-italiana è più che mai indispensabile per raccogliere le nostre sfide di questo XXI° secolo.La Francia è stata oggetto, da diversi mesi, di ripetute accuse, di attacchi privi di fondamento, di dichiarazioni oltraggiose che ciascuno conosce e può ricordare. Ciò non ha precedenti dalla fine della guerra. Un conto è avere dei disaccordi, un conto è strumentalizzare i rapporti a fini elettorali.Le ultime ingerenze costituiscono un'ulteriore e inaccettabile provocazione. Violano il rispetto proprio della scelta democratica, fatta da un popolo amico e alleato. Violano il rispetto che i governi democraticamente e liberamente eletti devono avere l'uno verso l'altro.La campagna per le elezioni europee non può giustificare la mancanza di rispetto di ciascun popolo o della sua democrazia.Tutte queste azioni creano una situazione grave che pone un interrogativo sulle intenzioni del governo italiano nei confronti della sua relazione con la Francia.Alla luce di questa situazione senza precedenti, il governo francese ha deciso di richiamare l'ambasciatore di Francia in Italia per consultazioni.La Francia chiede all'Italia di agire per ritrovare il rapporto di amicizia e di rispetto reciproco, all'altezza della nostra Storia e del nostro destino comune.


Quella sopra riportata è la dichiarazione rilasciata da Palazzo Farnese con cui la Francia ha comunicato ufficialmente tutta la sua irritazione nei confronti dei due sgangherati tenutari del presunto cambiamento, Matteo Salvini e, soprattutto, Luigi Di Maio.

"Une situation grave"... "n'a pas de précédent depuis la fin de la guerre"... "accusations répétées"... "attaques sans fondement"... "déclarations outrancières" le espressioni presenti nel comunicato riprese dal Quai d'Orsay, che già mercoledì aveva definito una "provocazione inaccettabile" l'incontro avvenuto a Parigi il giorno prima tra il vicepremier Di Maio ed alcuni rappresentanti dei "gilet gialli".

In attesa delle immancabili polemiche che causerà anche all'interno della solita dialettica tra opposizione e maggioranza nel dibattito politico del nostro Paese, quello che la decisione francese già evidenzia è che l'Italia ormai ha completamente abbandonato la linea di politica estera seguita sin dal dopoguerra. Adesso non guardiamo più ad occidente ma ad oriente ed a qualsiasi altro Stato dove sovranismo e progressiva mancanza di diritti la fanno da padrone. Isolamento ed autoreferenzialità sono i binari paralleli su cui si muove il Governo del cambiamento, come dimostrato anche nelle scelte di politica interna dove le pseudo rivoluzioni sociali annunciate sono state fatte in completa autonomia, senza ascoltare opinioni e suggerimenti delle parti sociali.

Che gli attuali parvenu della politica fossero degli sprovveduti era chiaro fin da subito, ma che fossero così arroganti e così poco furbi dal non capire la necessità di mascherare certe mancanze, anche naturali dovute alla loro rapida scalata ai vertici delle istituzioni, è la riprova della loro evidente mancanza di intelligenza. E questo non è certo consolante, dato che tuttora sono e domani, molto probabilmente, continueranno ad essere al governo del Paese.