Per Trump, le manifestazioni che fino a ieri sera si sono ripetute in gran numero in tutti gli Stati Uniti sono da attribuire alla sinistra radicale, ai saccheggiatori e ai delinquenti... facendo pensare che tra loro esista una comunità d'intenti. 


Niente di nuovo sotto il sole. La paccottiglia della propaganda che fa da denominatore a supporto della rinascita dell'ideologia neofascista è la stessa in ogni parte del mondo... sia in Italia che negli Stati Uniti: la colpa è dei comunisti o, al limite, della sinistra radicale.

In relazione all'omicidio dell'afroamericano George Floyd, per Trump questa narrazione è un modo per cercare di nascondere la realtà dei fatti e quella dei suoi fallimenti politici, nonostante tutto. 

Anche martedì, molte persone non hanno rinunciato a manifestare, nonostante il coprifuoco, in molte città americane. E quel che è peggio, per Trump, è che quelle manifestazioni si sono svolte in forma pacifica! 

Così, ad esempio, pure in Texas, dove a Houston si è tenuta una tra le più grandi delle proteste "pacifiche", a cui hanno partecipato anche i parenti di Floyd, visto che quella era la sua città natale, oltre al sindaco Sylvester Turner.

Manifestazioni si sono svolte anche a Los Angeles, Filadelfia, Atlanta e Seattle... lo stesso a Minneapolis, la città dove è avvenuto l'omicidio di Floyd.

Tensioni solo a New York e Washington, anche se nella capitale sono state soprattutto le forze dell'ordine a sparare lacrimogeni per disperdere i manifestanti che, pur violando il coprifuoco, non stavano protestando facendo ricorso alla violenza. 

E tutto questo finirà per essere un motivo di ulteriore imbarazzo per Trump. 

Non solo giornalisti e politici, ma anche poliziotti ed ex militari adesso criticano apertamente le scelte di Trump, suggerendogli di tenere la bocca chiusa per non creare ulteriori problemi all'ordine pubblico e di smettere di richiamarsi, di fatto, alla guerra civile, minacciando la possibilità di far ricorso all'esercito. Alcuni militari che sono stati a capo delle forze armate americane hanno fatto presente a Trump che l'esercito degli Stati Uniti serve per combattere al di fuori dei confini americani. In caso contrario, l'intervento delle forze armate all'interno dei propri confini implicherebbe di fatto l'inizio di una guerra civile: americani che combattono contro altri americani.

Ma lo sprovveduto Trump e quelli che lo consigliano, sicuramente meno sprovveduti rispetto a lui, non sembrano preoccuparsene. 

Intanto, le proteste proseguono... contro la violenza della polizia e contro le discriminazioni razziali, mettendo sempre più a nudo le contraddizioni dell'organizzazione sociale ed economica degli Stati Uniti.