Sabato, si è riunito il CdA di Autostrade per l'Italia che ha approvato una "nuova proposta finalizzata a una positiva definizione della procedura di contestazione" in relazione alla revoca della concessione che il premier Conte aveva indicato come imminente. 

"La proposta, ha dichiarato la società in una nota, è in corso di invio, nella giornata di oggi, alle istituzioni governative competenti". 

Autostrade avrebbe accolto le richieste formulate dai tecnici dell’esecutivo e sarebbe pronta ad alzare a 3,4 miliardi l'importo di circa 3 miliardi del piano per i risarcimenti elaborato a marzo e respinto dall'esecutivo che avrebbe chiesto anche un adeguamento delle tariffe in base a quanto stabilito dall'Autorità per i Trasporti (con remunerazione degli investimenti effettuati) e conseguente riduzione dei pedaggi del 5-10%. Inoltre  Autostrade avrebbe offerto 7 miliardi di manutenzioni e 13,2 miliardi di investimenti. 

A questo, in base a indiscrezioni diffuse da Reuters, andrebbe aggiunta la disponibilità manifestata da Atlantia a scendere sotto il 50% nel capitale di Aspi per fare spazio ad un altro investitore, in questa caso sostenuto dallo Stato.

Il premier Conte aveva dichiarato, riguardo la vicenda Autostrade: «O arriva in extremis una proposta cui il governo non può dire di no perché particolarmente vantaggiosa per la parte pubblica, una proposta che ci permette di realizzare nel miglior modo l’interesse pubblico o ci sarà il procedimento di revoca. Non possiamo più regalare soldi a nessuno, men che meno ai privati».

Non bisogna però dimenticare il nodo politico legato alla vicenda. In base alle ultime dichiarazioni, per il Movimento 5 Stelle non sembrano esserci margini di trattativa: la concessione ad Autostrade va revocata. Per Italia Viva, invece, la revoca sarebbe una decisione assurda, impossibile da prendere anche per possibili ricadute negative per lo Stato legate ad un eventuale - se non prevedibile - contenzioso giudiziario.