Bartolomeo è dal 1991 patriarca ecumenico della Chiesa ortodossa di Costantinopoli. Il 1 settembre, nella Giornata mondiale di preghiera per il creato, in un messaggio comune a firma anche di papa Francesco, le Chiese ortodosse e la Chiesa cattolica si impegnano a pregare e a far pregare per l’ambiente, lanciando l'allarme sulla tendenza dell'uomo "a spezzare i delicati ed equilibrati ecosistemi del mondo, l’insaziabile desiderio di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l’avidità nel trarre dal mercato profitti illimitati".
Il motivo di questo è dovuto al fatto che "non rispettiamo più la natura come un dono condiviso; la consideriamo invece un possesso privato. Non ci rapportiamo più con la natura per sostenerla; spadroneggiamo piuttosto su di essa per alimentare le nostre strutture."
E tutto questo, ovviamente, non può non avere delle conseguenze che non siano "tragiche e durevoli. L’ambiente umano e quello naturale si stanno deteriorando insieme, e tale deterioramento del pianeta grava sulle persone più vulnerabili. L’impatto dei cambiamenti climatici si ripercuote, innanzitutto, su quanti vivono poveramente in ogni angolo del globo."
E tutto questo è da considerarsi irriversibile e immutabile? Secondo Francesco e Bartolomeo tutto questo impone un diverso modo di comportarci: "Il nostro dovere a usare responsabilmente dei beni della terra implica il riconoscimento e il rispetto di ogni persona e di tutte le creature viventi. La chiamata e la sfida urgenti a prenderci cura del creato costituiscono un invito per tutta l’umanità ad adoperarsi per uno sviluppo sostenibile e integrale."
Da qui l'appello a considerare a considerare la terra un "bene in comune" e l'invito a tutte le persone di buona volontà a promuovere tale concetto dedicando, il 1° settembre, all preghiera per l’ambiente: "Obiettivo della nostra preghiera è cambiare il modo in cui percepiamo il mondo allo scopo di cambiare il modo in cui ci relazioniamo col mondo. Il fine di quanto ci proponiamo è di essere audaci nell’abbracciare nei nostri stili di vita una semplicità e una solidarietà maggiori."
Il messaggio di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo si è poi rivolto "a quanti occupano una posizione di rilievo in ambito sociale, economico, politico e culturale" con l'invito "a prestare responsabilmente ascolto al grido della terra e ad attendere ai bisogni di chi è marginalizzato, ma soprattutto a rispondere alla supplica di tanti e a sostenere il consenso globale perché venga risanato il creato ferito."
Tuto ciò perché, hanno affermato entrambi, "siamo convinti che non ci possa essere soluzione genuina e duratura alla sfida della crisi ecologica e dei cambiamenti climatici senza una risposta concertata e collettiva, senza una responsabilità condivisa e in grado di render conto di quanto operato, senza dare priorità alla solidarietà e al servizio."