In occasione del "Premio Mecenate dello Sport - Varaldo Di Pietro", presso il Salone d'Onore del Coni, Julio Velasco ha parlato del suo futuro in azzurro: "Dopo la medaglia d'Oro di Parigi avevo detto che era necessario un momento di riflessione. Adesso è passato un po' di tempo e posso dire che per il bene della  nazionale e del movimento, l'intenzione è quella di andare avanti fino alla prossima Olimpiade di Los Angeles 2028. Con il Presidente Manfredi stiamo parlando e non penso ci saranno problemi a trovare l'accordo". 

Parole confermate dal presidente Giuseppe Manfredi: "Con Julio siamo d'accordo quasi su tutto, vogliamo continuare insieme fino a Los Angeles 2028. Abbiamo già avuto anche il parere positivo del Presidente del CONI Giovanni Malagò, ci sono tutti presupposti per proseguire questa bellissima avventura". 

Le parole di Giovanni Malagò:"Io credo che il ct Velasco e il presidente Manfredi formino un ticket perfetto, quindi non posso che essere assolutamente d'accordo sulla scelta di proseguire insieme fino alle prossime Olimpiadi di Los Angeles 2028".

Così la la "Federvolley" ha riassunto e riportato sul proprio sito le dichiarazioni ufficiali dell'evento. Velasco, però, nell'occasione ha detto altro, toccando temi che, probabilmente, non sono stati ritenuti importanti e/o condivisibili dai canali della federeazione di Pallavolo.

Al microfono della trasmissione Casa Italia - di Rai Italia - il CT della nazionale di pallavolo femminile ha parlato anche di cittadinanza:

"La pallavolo femminile per questioni sociologiche ha più ragazze di origine africana; ha qualche giocatrice come Fahr, figlia di tedeschi, o Antropova figlia di genitori russi. Sono nate o hanno studiato in Italia.A me sembra assurdo che io, grazie a mio nonno Schiaffino arrivato in Argentina a dieci anni, avrei potuto prendere la cittadinanza senza aver mai visitato l'Italia e parlato l'italiano, mentre invece non lo possono fare ragazzi e ragazze nate in Italia. Questa è un'idea vecchia di nazione e non di Paese, che secondo me è assolutamente superata. Però sono bandiere politiche che si usano invece di prendere nota della realtà.  ...Lo sport riflette una seconda ingiustizia: quando conviene, i figli di migranti diventano italiani. È quando non conviene che non diventano italiani. Anche quei partiti che votano contro sono d'accordo se conviene. Quando sono semplici figli di migranti devono aspettare dieci anni.  ...Dovrebbe esistere uno ius su tutto… ius soli, ius scholae, ius sport. Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce, studia, lavora in Italia deve diventare italiano, e non ha senso che prendano il passaporto ragazzi che vogliono solo una possibilità".

E dopo tale dichiarazione il rinnovo sarà a rischio?