Esteri

Oramai è ufficiale: Donald Trump spacca. Soprattutto il suo partito

Non si era mai registrata, nella storia del partito Repubblicano, una frattura così profonda come quella che è riuscito a generare Donald Trump.

Il candidato alla Casa Bianca continua imperterrito nella linea scelta per condurre la campagna elettorale, e continua, con altrettanta perseveranza, a perdere punti su punti: la sua avversaria Hilary Clonton, dopo l'ultimo confronto televisivo, ha preso nettamente le distanze, conducendo il gioco, grazie ai sondaggi che la vedono in testa con ben 11 punti di distacco, a meno di un mese dalle elezioni.

Ryan molla, Prebus resiste

Il presidente del comitato nazionale repubblicano, Prebus, nonostante i clamorosi insuccessi, conferma il sostegno a Trump, mandando a dire all'elettorato (ma soprattutto agli iscritti al partito) che "nulla è cambiato": in sostanza, Trump ha ancora l'appoggio del suo partito, sia per la candidatura sia per le linee guida che fino ad ora hanno contraddistinto la sua campagna elettorale.

Di diverso avviso, però, è proprio il n. 1 del Partito Repubblicano, Paul Ryan, che prende nettamente le distanze dal tycoon, anzi, tramite il proprio portavoce, afferma di non avere più alcuna intenzione di sostenerlo.

Anche se, si affretta a precisare, visto il ruolo istituzionale che ricopre, non può di certo togliere il saluto (e quindi l'appoggio politico) a Trump: in definitiva, deve fare buon viso a cattivo gioco.

Le preoccupazioni di Ryan in questo momento sono però tutte volte a tentare di contenere i danni. Infatti, l'8 novembre non è solo la fatidica data delle elezioni presidenziali ma anche occasione di rinnovo per numerose cariche parlamentari; 435 deputati (di cui attualmente 247 repubblicani) 13 senatori e 7 governatori, con la maggioranza sempre pendente verso il suo partito.

Maggiornaza che Ryan vede in serio pericolo, visto il calo di consensi nell'opinione pubblica che Trump ha provocato.

Sessista? Anche Schwarzi lo abbandona

Altra defezione rilevante da segnalare è quella di Arnold Schwarsenegger, l'ex governatore della California eletto nelle file repubblicane.

Le ultime esternazioni di Donald sulle donne hanno fatto infuriare il noto attore, che proclama a gran voce di non voler votare assolutamente chi si esprime contro le donne.

Autore catiadag
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