Il Movimento Internazionale dei Sacerdoti sposati rilancia le tesi del teologo Timothy Radcliffe in un recente articolo tratto da repubblica.it:
Prima dei princìpi il kerymga, e cioè l’annuncio del Vangelo. È il cuore della teologia di Timothy Radcliffe, maestro dell’ordine domenicano tra il 1992 e il 2001. Inglese, vive a Oxford nella Blackfriars Hall, istituzione dei domenicani dove è visiting professor il filosofo Roger Scruton. E nonostante porti avanti tesi ardite – ad esempio la possibilità di matrimonio per i sacerdoti – quando gira il mondo non viene accolto come il classico “teologo del dissenso”. Piuttosto, come uno studioso che dal cuore del cristianesimo occidentale sa pungolare la Chiesa perché si apra alla contemporaneità in modo intelligente. Prendi il largo, non a caso, è il titolo del suo ultimo lavoro pubblicato in Italia da Queriniana. Ma ha appena pubblicato per Emp anche Sguardi sul cristianesimo con Armando Matteo, e nei prossimi mesi uscirà per Editrice Missionaria Italiana un saggio sull’attualità della parola di Dio “che è anche per i manager della City”.
“Prima di decidere fino a dove, occorre domandarsi da dove partire. Spesso chi ha rinnovato la Chiesa non era sacerdote: san Benedetto, san Francesco, santa Caterina da Siena. La Chiesa può trovare nuove energie soltanto se si riconosce come comunità di battezzati. “Prendere il largo” significa riconoscere che basta il battesimo per partecipare della morte e risurrezione di Cristo. Quando venne chiesto a Wojtyla quale fu il giorno più bello della sua vita, rispose: “Il giorno in cui fui battezzato””.
“Tutti dovrebbero sentirsi a casa nella Chiesa. Gesù accoglie tutti, esattori delle tasse – i nostri banchieri di oggi – , le prostitute. Ma come può la Chiesa accogliere tutti e insieme offrire una visione morale per tutti? Papa Francesco dice che il pastore deve “sentire l’odore delle pecore”. Significa che la Chiesa deve conoscere le domande della gente dal di dentro, come se fossero sue. Per esempio, siamo in grado di offrire un’autentica parola sull’omosessualità soltanto se siamo vicini alle persone gay. L’insegnamento morale deve essere offerto all’interno di un’amicizia. Altrimenti è moralismo”.
“Ci sono già molti sacerdoti cattolici sposati, ad esempio molti preti anglicani convertiti al cattolicesimo. Se il celibato è vissuto con generosità, è il segno di una bella vocazione, è un segno profondo di una vita dedicata a Dio e al suo popolo. Se, dunque, il celibato cessasse di essere la norma per i sacerdoti, si perderebbe qualcosa di meraviglioso. Ma insieme, anche un clero sposato saprebbe dare qualcosa di bello in un modo nuovo: sacerdoti che vivono il matrimonio e un’esperienza di genitorialità. I preti esistono per servire il popolo di Dio e quindi sarebbe opportuno chiedere a loro che tipo di sacerdote intendano essere”.