Quando sento certe ricette in materia economica, che cavalcano il pensiero religioso del papa, continuo a non comprendere il mistero della fede, in quanto se la religione è un'invenzione dell'uomo, per proprietà transitiva, anche queste ricette economiche lo sono.

Ho ascoltato, di recente, su Radio Radicale un convegno, che si è svolto a Roma alla Luiss,  il cui tema era "l'Altruismo" . Mi ha colpito, in senso negativo, l'intervento del Prof. Giacomo Vaciago, economista e politico. Laureato presso l'Università Cattolica di Milano,  Master of Philosophy in Economia all'Università di Oxford, tra le diverse cariche che ha rivestito è quella di consigliere economico del Ministero del Tesoro ed è autore di diverse pubblicazioni.  

Durante il dibattito, Massimo Giannini, che è il moderatore , riporta, con grande enfasi, le citazioni del papa Francesco, tratte dall'Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium del 2013:

“No a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma  di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”.In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri."

A questo punto Giannini chiede al Prof. Vaciago come questa crisi globale abbia inciso sul nostro senso di solidarietà.

Sommariamente il discorso del nostro professore verte sugli effetti negativi che produce la "finanza" nel mondo dell'economia. Mentre chi opera in borsa, c'è chi guadagna e chi perde, con effetto saldo zero,  l'industria produce ricchezza, crescita. L'industria è la salvezza dell'Italia, naturalmente quella che rimane, perché le industrie chiudono o si delocalizzano all'estero. Per i giovani il mondo del lavoro è sempre più difficile. Fin qui nulla da eccepire, siamo tutti d'accordo.  

Poi, per ricollegarsi alle citazioni del papa, il nostro professore  scatena la sua anima cattolica.

Ricordo che Giannini ha appena letto le parole del papa e siamo, diciamo, in pieno clima liturgico, si percepisce che siamo in un momento di patos spirituale.

Il nostro professore fa notare che in Italia, la demografia ha saldo negativo, gli italiani non fanno più figli.

Tira in ballo la Francia che fa politiche demografiche (e non si può tacciarla di fascismo perché i francesi non sono fascisti) - fa sempre progressista parlare di fascismo, dico io - e che il sistema pensionistico è in crisi perché non facciamo più figli. La nostra speranza sono gli attuali  immigrati, a nuoto, aggiunge.

L'apogeo di questo discorso, lo raggiunge quando afferma che  spera  che (gli immigrati) facciano un corso di nuoto in Libia perché " siamo l'unico paese che ne perde così tanti in mare",  "da quando è cominciato questo processo ci voleva poco per andarli a prendere, costa meno e non si sprecano vite umane". Ne abbiamo bisogno, sono il nostro futuro.

Ho voluto riportare la citazione del papa per dimostrare come in Italia si sta facendo opera di manipolazione della verità. Creando un link, come in questo caso, con il mondo spirituale, per suffragare politiche di natura economica, che in realtà nascondono enormi processi di trasformazione sociale.  In altre parole, l'immigrazione viene giustificata dalla religione e dal risultato economico per nascondere il vero volto dello scopo ultimo: la sostituzione del popolo autoctono.

Dunque la motivazione ufficiale che viene riportata dal Prof Vaciago è quella puramente economica, gli immigrati servono per pagare le nostre pensioni.

Già questa è una contraddizione lampante, il sistema produttivo italiano è in fase crepuscolare, il professore stesso lo afferma nel suo discorso, offre sempre a meno persone la possibilità di un lavoro dignitoso,essendoci quasi 3,5 milioni di disoccupati, altrettanto di lavoratori precari. Quale impiego si può dare a questi "nuotatori" che arrivano dalla Libia, tralasciando che questi hanno il problema della lingua, una mentalità culturale del tutto differente,e molto probabilmente scarsa capacità lavorativa?

Se questo stato e il sistema economico produttivo fossero in grado di fare rientrare nel mondo del lavoro gran parte dei disoccupati, con il versamento dei loro contributi  si troverebbe  la copertura per le nostre pensioni.  

Io, questi immigrati "a nuoto", li incontro tutti i giorni per le strade della mia città. Sono alti, bei fisici, sono il ritratto della salute in persona, rilassati: forse dovevano essere invitati al convegno alla Luiss.

 Chi meglio di loro può testimoniare sull'altruismo?