Est europeo dopo Berlino 1989...

Trattasi di una meta inconsueta per l’utenza nostrana,  dal clima mite. E’ un’ isola divisa in due dove, ogni tanto, si sente parlare di parapiglia tra greci e turchi. L’agenzia incoraggia: è praticamente estate laggiù, ad aprile inoltrato.  

Ahimé, la temperatura è scesa bruscamente, e rimane inchiodata per l’intero soggiorno a quota 20°: non fa freddo ma, in pratica, bagno in mare niente.  Qui niente tedeschi, solo inglesi, ma la musica non cambia e si socializza poco. 

Dalla sauna Genna esce a gambe all’aria, con la pressione a zero. Si prova l’idromassaggio, ma la Iacuzzi è zozza da far paura. Provano a noleggiare un’ auto: ovviamente guida lui, è molto sicuro di sé, non è mica la prima volta che si viaggia all'inglese! Il primo incrocio di una qualche difficoltà li vede soccombere;  il superpilota, con bella sicumera, attraversa guardando il vuoto alla sua sinistra.

E solo un attimo, alla destra uno stridio di freni li assorda, le vetture sono separate dalla distanza di un ago: vivi per miracolo.  

Arrivo a Nicosia, la capitale, divisa appunto da un muro: al di là costruzioni vuote e diroccate, in  mezzo“cuscinetto” ONU con alcuni militari un po’ annoiati. L’atmosfera è sonnacchiosa. Invitati dalla barista, eccoli al cannocchiale; si intravede la vecchia città abbandonata di Famagosta, un tempo fiorente di commerci, ora sventrata. Sarà poi un posto sicuro, questo? Salta il progetto della mini crociera per Israele.

Altro tentativo di gita; al confine greco -  turco, aggirando i centri abitati, una figuretta si agita su una collina. I due si guardano: è un manichino per il vento? Tipo i galli sui tetti? Tirano dritto. No, è un soldato turco che punta il fucile: dietrofront.

 Monasteri, con i soliti monaci isolazionisti, niente donne. Sciopero dall’escursione.  Lunghe strade punteggiate di case male intonacate o incompiute, Mac Donald’s, prefabbricati: potremmo anche essere in Nebraska. 

Ultimo giorno, al Lago Salato, con prudenza perché potrebbe anche spaccarsi sotto i piedi.C’è un anziano custode, che sembra a sua volta di sale, mummificato dal tempo.Si comunica in un gergo quasi da esperanto. Lui annuncia con compunzione che lì è sepolto un parente stretto del Profeta.

Le conoscono, ormai, le guide: per una mancia ti direbbero anche che di là è appena passato il fantasma di Giulio Cesare. Anche se forse questa volta il signore dice la verità.

Continua...