Dopo le gravi offese sessiste alla Meloni durante un programma televisivo da parte del professore Giovanni Gozzini della Università di Siena, ecco adesso arrivare la delirante dichiarazione del rettore della università degli stranieri dello stesso ateneo, Tommaso Montanari, che alla Stampa ha affermato che è assurdo il giorno della memoria per l'eccidio delle foibe: "La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah)" che a suo avviso "rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica», su cui, «la destra italiana sta equivocando, ci sta marciando, sta inventando tutto".

Queste parole sono ancora più gravi se a pronunciarle è il rettore di una università degli stranieri. Ma Montanari che evidentemente pone il suo personale antifascismo davanti ad ogni altra cosa, non contento ha continuato nella sua opera di revisionismo storico, sostenendo che "non è vero che ci furono milioni di infoibati, ma al massimo cinquemila, tra i quali molti erano fascisti e nazisti, atri erano innocenti".

Con un disprezzo verso la storia e la memoria di quanti hanno perso i propri cari in quell'infame eccidio, che merita assolutamente un pronto e fermo intervento del rettore della stessa università, che evidentemente dovrebbe cominciare a farsi qualche domanda sui criteri di scelta del proprio corpo docente. Ma dopo le sacrosante polemiche seguite alle sue scriteriate affermazioni il sedicente professore ha voluto chiarire il suo concetto, peggiorando se possibile la sua posizione: «nessuno nega le foibe, ma è l’uso strumentale, politico che la destra neofascista fa delle foibe che contesto». Per poi aggiungere: «La destra sta ingigantendo le foibe da un punto di vista storico, numerico e soprattutto cerca di equipararla alla Shoah, dopo aver ottenuto una Giornata del Ricordo messa in calendario. La falsificazione storica è aver creato quella giornata in contrapposizione alla Giornata della Shoah. Questa è la falsificazione, l’equiparazione dei due tragici eventi».

Il professore insomma compie due errori storici contrapponendo due eventi storici completamente differenti fra di loro. Nessuna persona intellettualmente onesta può paragonare queste due tragedie umanitarie, sia per le dimensioni che per le circostanze storiche. Nella tragedia delle foibe (e dell’esodo di circa 350mila italiani, scappati da quelle zone come gli afghani di oggi, portandosi appresso solo i vestiti che avevano addosso i loro averi erano stati confiscati) si consumarono vendette e ritorsioni contro i dominatori sconfitti senza fare troppe distinzioni, con una violenza ed un foga paragonabile ad una vera e propria pulizia etnica.

Il professore forse troppo giovane per ricordare quello che avvenne vuole forse semplificare facendo vittime di serie a e vittime di serie b, sminuendo un eccidio che ancora rappresenta una della pagine più tristi dell'immediato dopoguerra italiano. Ma non contento di tutto ciò Montanari parte anche con un deciso attacco politico ad un partito, Fratelli d'Italia, che secondo l'esimio professore sarebbe "il punto di riferimento di quel risveglio del fascismo storico in questo paese".

Immediata la reazione di esponenti del partito chiamato in causa, il cui successo nei sondaggi evidentemente deve aver dato molto fastidio a certi intellettuali di sinistra “L’intellettuale vip caro alla sinistra più retrograda, Tomaso Montanari, teorizza apertamente l’uso della violenza e la negazione dei diritti costituzionali nei confronti di quelli che lui definisce ‘fascisti’. In questa categoria Montanari inserisce tutti i movimenti di destra, compresi quelli rappresentanti in Parlamento come Fratelli d’Italia. È a tutti gli effetti istigazione a delinquere e a compiere atti illegali e violenti contro la destra in nome dell’antifascismo militante.

Purtroppo, l’Italia ha già conosciuto stagioni drammatiche di morte e violenza politica per colpa di spregiudicati predicatori d’odio come Montanari. Lo ha spiegato bene Giorgia Meloni nel suo editoriale su ‘Il Giornale’: Un tale soggetto non può insegnare nelle università, e ancora meno può ricoprire l’incarico di Rettore dell’Università di Siena. La sinistra che tace è complice di chi fomenta l’illegalità e la violenza contro gli avversari politici. Sempre che non ne sia il mandante”. E' stata la dura replica del senatore di Fdi Giovanbattista Fazzolari.

Molto dura è stata anche la replica in una missiva al Giornale della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni che ha stigmatizzato con forza le parole del professore Montanari  "Ecco mi chiedo con molta serietà e preoccupazione se questo odio e questa violenza rappresentino la linea didattica della Università degli stranieri di Siena nella quale ha promesso che insegnerà i valori dell'antifascismo in maniera militante." E poi senza scendere troppo nel dettaglio della polemica con chi ancora utilizza strumentalmente l' antifascismo come arma peer colpire chi non la pensa come lui si chiede preoccupata se il professore "vieterà agli  studenti e ai professori di destra di esprimere le proprie opinioni?".

Insomma in un momento così drammatico come quello che si sta vivendo sul piano internazionale per il ritorno degli estremisti talebani sulla scena internazionale, aprire una polemica del genere oltre che fuori luogo appara oltremodo sconcertante e allarmante, soprattutto se portata avanti da chi dovrebbe avere a cura l'educazione dei nostri giovani. Tutto ciò ha provocato alcune reazioni assolutamente deliranti  in ambiti  della sinistra, come Giovanni Paglia vicesegretario di sinistra italiana, che ha commentato con questo tweet la polemica scatenata delle parole del professore:

"Ammazzare migliaia di fascisti durante la Seconda Guerra mondiale è stato giusto e doveroso, e ci ha restituito la libertà. Il fatto che Giorgia Meloni si scandalizzi per questo, la qualifica per quello che è da sempre.Vorrebbe zittire Montanari, ma dovrebbe imparare a tacere".  

Diciamo che insomma se questa è la democrazia è la tolleranza processata dalla sinistra antifascista c'è proprio poco da stare allegri in questo paese.